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Raccogliere i frutti. I volti dietro una storia di famiglia

Questo mese nell’ambito della campagna “Gullino Loves People” vi parliamo di come sono stati “raccolti i frutti” in azienda.

I frutti sono la metafora di tutte le cose sane e genuine che riusciamo a mettere nel mondo ed anche in Gullino questo processo virtuoso di “semina” è avvenuto con successo. Papà Attilio, infatti, è riuscito a trasmettere la passione per il settore ortofrutticolo ai suoi figli, Carola e Giovanni, i quali oggi sono il vero motore propulsivo dell’azienda cuneese.

In questa videointervista Carola, direttrice generale ed amministratrice delegata dell’azienda, ci racconta quando ha deciso di intraprendere questo percorso e perché.

Non è scontato raccogliere le redini dell’azienda di famiglia. Per farlo (e farlo con vero successo) è necessario che vi sia passione e voglia di innovare, quella che Carola da anni mette in circolo. E’ riuscita a fare dell’ortofrutta un mestiere “bello” e “femminile”, impegnandosi nel posizionamento dell’immagine aziendale sia attraverso attività di marketing che con la sua partecipazione alla fondazione dell’Associazione Nazionale Donne dell’Ortofrutta, di cui oggi è vicepresidente.

Cosa si aspetta dalla sua azienda nel futuro? Quali frutti raccoglieranno le prossime generazioni? Ce lo racconta in questa videointervista. 

 

Gli italiani tornano a mangiare sano. Il biologico a tavola ai tempi del coronavirus

Il coronavirus non ha portato solo cattive notizie. E’ possibile trovare qualcosa di buono anche in questa drammatica esperienza. In questi mesi, in effetti, è cresciuta la voglia degli italiani di nutrirsi bene e in modo sano, e sempre più persone hanno scelto di acquistare prodotti biologici.

I volumi commercializzati sono in aumento del 10,7%, per un valore corrispettivo aumentato del 17,2%. I primi 4 mesi del 2020 sono stati contrassegnati da un netto incremento delle vendite di biologico,e questo dato è stato confermato in conferenza stampa da Ilenio Bastoni, presidente Almaverde Bio, il direttore Paolo Pari e il direttore di Canova Ernesto Fornari.

Il trend di crescita era già in atto ma l’emergenza Covid-19 lo ha incrementato ancora di più. Credo che l’opinione pubblica abbia compreso l’importanza del comparto agricolo e vorrei che questo rimanesse, al di là dell’emergenza sanitaria. La determinazione e abnegazione di tutta la filiera ortofrutticola devono essere riconosciute. (Ilenio Bastoni)

 

Le scelte varietali in Italia sono ben distribuite e in Piemonte, nel circuito Almaverde Bio, la fa da padrona proprio la nostra azienda, Gullino srl, con la produzione e commercializzazione di mele e kiwi biologici. AlmaverdeBio_mappa_Italia_460 (1)

Sempre Almaverde ha rilevato alte vendite per tutti i prodotti ad alto contenuto di vitamina C: kiwi, arance, limoni. Freddo, influenze e virus hanno fatto crescere il bisogno degli italiani di proteggersi? E’ probabile, ed è altrettanto probabile che la paura del virus e della pandemia globale stiano orientando i consumatori verso scelte alimentari più salutari e mirate alla prevenzione delle salute.

 

4 ragioni per mangiare frutta biologica

Vi sono moltissime ragioni per scegliere di acquistare frutta bio, ma oggi vorremmo concentrarci sulle principali. Ecco le prime 5.

1) La frutta biologica è molto più ricca in nutrienti rispetto ad altri frutti non bio. Le ricerche dimostrano che la frutta biologica ha una maggior quantità di vitamina C, antiossidanti e minerali come calcio, ferro, cromo e magnesio. La frutta bio, inoltre, è libera dalle neurotossine che sono molto dannose per il nostro sistema nervoso. Aggiungiamo anche che la frutta bio ha decisamente un sapore migliore.

 

2) La frutta biologica è una vera guerrigliera nella lotta ai fertilizzanti, che rappresentano la maggiore fonte di inquinamento della nostra acqua potabile. Non è questo un buon motivo per scegliere frutta coltivata senza fertilizzanti?

3) Le aziende i cui lavoratori producono bio, sono più sicure. Fra i braccianti che raccolgono e coltivano frutta non biologica, infatti, c’è una maggiore incidenza del Parkinson in quanto questi sono più esposti ai fertilizzanti chimici. Produrre bio, allora, vuol dire amare chi lavora con e per noi.

4) Mangiare biologico può ridurre il rischio di cancro. L’EPA, l’Agenzia statunitense per la Protezione dell’Ambiente considera il 60% degli erbicidi, il 90% dei fungicidi e il 30% degli insetticidi come potenzialmente cancerogeni. E’ ragionevale pensare che la rapida crescita della percentuale di cancro sia almeno in parte relazionata con l’uso di questi pesticidi cancerogeni.

 

Gullino è amante del futuro da generazioni!

Gullino, future lovers for generations.

 

La nostra terra è OGM free

Scegliere una confezione di prodotti biologici, al supermercato, può sembrare un gesto semplice e scontato ma non lo è perché da gesto di consumo si trasforma in gesto etico e di civiltà.

Ad esempio uno dei motivi per cui è importante scegliere prodotti biologici sta nel fatto che questo tipo di agricoltura esclude totalmente l’utilizzo di organismi geneticamente modificati.

Ma cosa sono gli OGM? OGM significa organismo geneticamente modificato. Si tratta di piante, micro-organismi o animali in cui parte del patrimonio genetico è stato modificato con tecniche di ingegneria genetica. L’inserimento di piante, microrganismi e animali OGM nell’ambiente rischia di destabilizzare l’equilibrio ecologico. È quindi necessario evitare l’immissione nell’ambiente di OGM perché l’effetto a medio e lungo termine che potrebbero avere su esseri umani e ambiente non è mai stato testato. La produzione, anche in piccole quantità, di piante geneticamente modificate comporta problemi alla biodiversità e alla libertà di scelta degli agricoltori e dei consumatori. Infatti uno dei maggiori rischi di contaminazione da OGM è rappresentato dai principali elementi di diffusione del polline, non controllabili, quali vento ed insetti. Inoltre le piante e i semi OGM sono brevettati e di proprietà di grandi aziende multinazionali, che spesso si occupano anche di prodotti chimici per l’agricoltura: scenario non molto tranquillizzante, che vede il controllo assoluto dei semi (e, di conseguenza, del cibo) in mano a poche imprese che detengono il monopolio e, rendono i produttori e i consumatori dipendenti dalle loro politiche.

Questi sono i principali motivi per cui noi di Gullino abbiamo scelto di produrre in modo biologico, sano e sicuro, sfruttando tecniche che rispettano l’ambiente ed i suoi equilibri.

 

In Italia 182 chili di frutta in ogni famiglia

L’Italia, insieme alla Spagna, è un Paese esportatore di frutta e verdura fra i più importanti in Europa.
Granzie alla varietà del clima della nostra penisola possiamo coltivare sia i frutti tradizionali, ad esempio le mele, che i frutti più esotici come i kiwi e i fichi. Ma l’Italia eccelle in Europa sopratutto per alcune coltivazioni: kiwi, pere, nettarine, albicocche, uva da tavola, pomodori e melanzane.

Italy, alongside Spain, is a hugely important producer and exporter of fresh fruit and vegetables in 2Europe. With a highly diverse climate stretching along the Italian Peninsula, the country has a wide product range: in addition to traditional fruits grown in temperate zones – apples and pears, for example – Italy is known as a key producer of stonefruit, citrus and exotics such as figs and kiwifruit.

Negli ultimi anni il nostro Paese ha prodotto fino a 10 milioni di tonnellate di frutta e circa 7 milioni di tonnellate di verdure. Un terzo della frutta prodotta e il 12% delle verdure coltivate  sono esportate in nazioni come la Germania, la Francia e l’Austria. Il 15% di queste, invece, va ai paesi al di fuori dell’UE.

In recent years, the country produced up to 10m tonnes of fruit and around 7m tonnes of vegetables. One third of the fruit and 12 per cent of the vegetables are exported each year, heading mainly to Germany, France and Austria. Around 15 per cent goes to countries outside the EU.

D’altro canto l’Italia è anche un’importatrice importanti, specie di frutti esotici e tropicali come le banane, 3l’ananas e alcuni agrumi forniti da Costa Rica, Spagna e Colombia. Nell’import nazionale non mancano neppure i pomodori! Strano ma vero, importiamo anche questi.

On the other hand, Italy is also an important fruit and vegetable importer. Fruit imports are predominantly tropical products such as bananas, pineapples or citrus, supplied mainly by Costa Rica, Spain and Colombia. 

Ma veniamo alle curiosità! Nel 2017 ogni famiglia ha acquistato una media di 182 kg di frutta e 150 kg di verdure per un valore di spesa pari a € 555. Le mele, le arance e le banane sono i frutti più amati dagli italiani mentre se la contendono pomodori, insalate e zucchine fra le verdure.

But let’s get to the curiosity! In 2017, each family purchased an average of 182 kg of fruit and 150 kg of vegetables for a value of € 555. Apples, oranges and bananas are the most loved fruits by Italians while they compete with tomatoes, salads and zucchini among the vegetables.

La certezza che abbiamo dopo l’esperienza al Fruit Logistica di Berlino è che la frutta si ama sempre più. Del resto gli italiani, si sa, sono sempre stati delle buone forchette!

 

Cosa cercano i consumatori di frutta e verdura?

Anche quest’anno noi di Gullino abbiamo partecipato al Fruit Logistica di Berlino, un evento unico ed interamente dedicato al mondo ortofrutticolo internazionale.

Da quest’esperienza abbiamo ricavato molto. Non solo contatti commerciali e nuovi assi sui quali far Catturatransitare la nostra buonissima frutta, ma anche alcune informazioni indispensabili per conoscere il consumatore medio dei prodotti della nostra terra.

Chi è? In base a cosa sceglie o non sceglie di acquistare un prodotto? A cosa da più importanza?

Queste info le abbiamo ricavate dal Trend Report 2019 di Fruit Logistica e proviamo a condividerle con voi, dopo averle discusse ed ampliate con tutti i colleghi di settori incontrati nel corso dei 2 giorni a Berlino.

Qualità e assortimento sono gli elementi che più determinano la soddisfazione dei consumatori in merito ai prodotti freschi. Ma cosa si aspettano questi consumatori in futuro? (Anna Savarese, Engagement Manager di Oliver Wyman / Trend report 2019 Fruit Logistica)

Sembra, infatti, che i consumatori di prodotti freschi si aspettino esattamente 3 cose:

  1. Faster, easier, healtier – piatti pronti, soluzioni rapide per la preparazione dei pasti, ma sempre con una forte attenzione agli ingredienti e alla salute
  2. Emotional connection – possibilità di assaggiare più varietà di prodotti, consulenza, informazione e formazione in store, banchi gastronomia
  3. Fruit and veg with a good coscience – legame con il territorio, tracciabilità, stagionalità e sostenibilità, rispetto per l’ambiente (ad es. nel packaging)

elencoAlla luce di queste evidenze i retailer oggi sono chiamati sempre di più a rivedere la loro offerta di freschi lungo tutta la catena, dall’approvvigionamento alla presentazione e animazione nel punto vendita.

La qualità è il primo elemento ricercato dal consumatore ortofrutticolo, disposto a spendere una cifra più alta per gustare un kiwi gustoso e messo sul mercato al momento giusto della sua maturazione.

E’ importante non dimenticare che l’occhio vuole la sua parte, per questo chi espone meglio i prodotti li vende di più.

Al terzo posto di questa classifica, infatti, troviamo la “product presentation” quale fattore che incide sui consumi. Sembrerebbe che i canadesi siano molto più sensibili a questo rispetto agli italiani.

importIl consumatore fa attenzione al prezzo, ai servizi garantiti (come viene confezionato? Il packaging consente di conservarlo in frigo per qualche giorno?) ed anche al rispetto per l’ambiente.

Per noi di Gullino è fondamentale ricordare a tutti coloro che lavorano con noi che il nostro obiettivo quotidiano non è solo produrre della buona frutta, ma dar vita a delle vere e proprie esperienze di acquisto sano e genuino.