Tag Archivio: pesticidi

Climate Change. Siamo alla frutta!

Il climate change ha delle ricadute impietose sul settore ortofrutticolo ed incide anche sulle possibilità di venderne i frutti. Come ormai sappiamo da diversi anni la GDO chiede pezzature di frutta “belle”. Mele di una certa dimensione, senza ticchiolatura, kiwi uniformi, prugne perfette e lucide sono le preferite dai consumatori tanto da imporre ai produttori di stare molto attenti a preservare la bellezza dei frutti. Eppure se per l’uomo esiste la chirurgia estetica, per la frutta no per cui ci si ritrova a sperare che il tempo sia mite.  Il comparto ortofrutticolo deve vedersela ogni giorno con il cambiamento climatico, che modifica sempre più spesso forma e dimensioni dei prodotti e li rende più disomogenei e meno appetibili agli occhi della GDO.

E le conseguenze del climate change non si fermano qui. Il report di Terra onlus ne racconta diverse a conferma che il cibo bello fa male alla terra e al pianeta.

Per non parlare delle ricadute che diserbanti, pesticidi e sostanze chimiche hanno sul nostro sistema ambientale. Per questi motivi da diversi anni noi di Gullino abbiamo scelto di produrre in modo biologico o a residuo zero e il nostro impegno continua anche con l’installazione di pannelli fotovoltaici.

Ne parliamo in questo video, realizzato per celebrare il nostro impegno nel combattere i cambiamenti climatici.

4 ragioni per mangiare frutta biologica

Vi sono moltissime ragioni per scegliere di acquistare frutta bio, ma oggi vorremmo concentrarci sulle principali. Ecco le prime 5.

1) La frutta biologica è molto più ricca in nutrienti rispetto ad altri frutti non bio. Le ricerche dimostrano che la frutta biologica ha una maggior quantità di vitamina C, antiossidanti e minerali come calcio, ferro, cromo e magnesio. La frutta bio, inoltre, è libera dalle neurotossine che sono molto dannose per il nostro sistema nervoso. Aggiungiamo anche che la frutta bio ha decisamente un sapore migliore.

 

2) La frutta biologica è una vera guerrigliera nella lotta ai fertilizzanti, che rappresentano la maggiore fonte di inquinamento della nostra acqua potabile. Non è questo un buon motivo per scegliere frutta coltivata senza fertilizzanti?

3) Le aziende i cui lavoratori producono bio, sono più sicure. Fra i braccianti che raccolgono e coltivano frutta non biologica, infatti, c’è una maggiore incidenza del Parkinson in quanto questi sono più esposti ai fertilizzanti chimici. Produrre bio, allora, vuol dire amare chi lavora con e per noi.

4) Mangiare biologico può ridurre il rischio di cancro. L’EPA, l’Agenzia statunitense per la Protezione dell’Ambiente considera il 60% degli erbicidi, il 90% dei fungicidi e il 30% degli insetticidi come potenzialmente cancerogeni. E’ ragionevale pensare che la rapida crescita della percentuale di cancro sia almeno in parte relazionata con l’uso di questi pesticidi cancerogeni.

 

Gullino è amante del futuro da generazioni!

Gullino, future lovers for generations.

 

Il 2020 è l’anno internazionale dedicato alla salute delle piante

Il governo della Finlandia e l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao) hanno proclamato il 2020 come anno di riconoscimento e protezione della salute delle piante per ricordarci che dal mondo vegetale dipende la nostra vita sulla Terra. Sarà questa un’opportunità unica nella vita per sensibilizzare il mondo su come proteggere la salute delle piante, porre fine alla fame, ridurre la povertà, proteggere l’ambiente e favorire lo sviluppo economico.

E’ proprio dalle piante che viene più dell’80% delle risorse alimentari che consumiamo e il 98% per cento dell’ossigeno che respiriamo. Gli ecosistemi forestali, ad esempio, forniscono all’uomo materie prime, sono culle di biodiversità e disinquinano l’aria che Le-piante-hanno-unanima_La-chiave-di-Sophia-w855h425@2xrespiriamo.

L’Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao) stima che 20 miliardi di dollari nel commercio di prodotti agricoli sono persi ogni anno a causa di parassiti delle piante. Una migliore applicazione di norme fitosanitarie a livello globale ridurrebbe queste perdite, faciliterebbe il commercio internazionale e sosterrebbe anche la sicurezza alimentare.

Gli infestanti e le malattie delle piante costano all’economia globale circa 220 miliardi di dollari all’anno e gli insetti dannosi circa 70 miliardi di dollari.

“Ci auguriamo che questo nuovo Anno Internazionale della Salute delle Piante possa innescare una maggiore collaborazione globale a sostegno delle politiche fitosanitarie a tutti i livelli, che contribuirà in modo significativo all’Agenda per lo Sviluppo Sostenibile” ricorda Jari Leppä, Ministro dell’Agricoltura e delle Foreste finlandese.

 

Tutto ciò dimostra che il concetto di salute è trasversale e non riguarda soltanto l’essere umano, anzi, tutti gli organismi viventi sono interconnessi e dal benessere dell’uno dipende quello dell’altro.

Simona Riccio e le sue #StorieBio

Oggi vogliamo intervistare e conoscere meglio Simona Riccio, uno degli assi portanti del progetto #StorieBio.

Simona da dove nasce e quando hai scoperto la tua passione per il food?

Innanzitutto desidero ringraziarvi per l’ospitalità nel vostro blog, per me è veramente un piacere ed un onore essere intervistata da un’azienda come la vostra.

La mia passione per il food nasce nel marzo del 1999 quando sono stata assunta nell’azienda dove attualmente lavoro, una grande azienda italiana di alimenti biologici pioniera del settore da oltre quarant’anni. Con il passare del tempo la mia passione per il food si fortifica soprattutto grazie agli studi che ho deciso di approfondire dopo il master in social media marketing. Da qualche anno tutte le mattine mi alzo alle 6.00 per leggere la newsletter di Italiafruit, testata nata nel 2001 dall’intuizione di Roberto Della Casa che, attraverso i loro articoli, mi ha aiutata a capire meglio il mondo che gira attorno all’alimentazione, con particolare attenzione all’ortofrutta, a capire come è cambiato e come cambieranno ancora le nuove esigenze degli individui, di come le aziende distributrici, i produttori, gli agricoltori, la grande distribuzione e i negozi specializzati devono cambiare per andare a soddisfare le nuove esigenze. Mi ha aiutata a capire i nuovi scenari, le difficoltà di ognuno di loro, ma anche a valutare le opportunità che molti non simona ricciocolgono. Tutte le mattine da anni condivido gli articoli che mi interessano in particolar modo sui miei canali social andando a dare la mia opinione, a fare sentire il mio pensiero, a cercare di comunicare alle persone che mi seguono quotidianamente cosa penso personalmente del nuovo scenario e piano piano negli anni, le persone che mi seguono sono preziose per me e sono sempre di più. Nascono molti scambi di idee ed è anche nata l’esigenza da parte mia di andare a conoscere le persone che seguo in prima persona. Tre anni fa ho anche iniziato a partecipare attivamente ai convegni di Italiafruit e mi ha aiutato veramente a capire i pensieri dei Top manager della gdo che seguo e dai quali imparo moltissime cose, ma anche a capire quali sono i nuovi problemi dei piccolini ed allora subentra la mia passione per il digitale ed ecco che nasce la “nuova” Simona, quella persona che cerca di incrociare i dati di fatto, i problemi e le opportunità che tutti hanno. In questo momento specifico, attraverso tutte le conoscenze che ho fatto, attraverso i contatti che sono riuscita ad avere, credo che una delle cose fondamentali che penso sia importante è proprio quello che il Made in Italy è oro in tutto il mondo e che solo attraverso il raccontarsi si può dare valore al prodotto e all’azienda senza dover svendere il prodotto. Le aziende devono imparare a comunicare nel modo giusto, attraverso un linguaggio nuovo, innovativo, formare e formarsi attraverso i professionisti, informare attraverso gli strumenti giusti come il web ed il mondo del digitale che ormai fa parte della nostra vita.

Simona ci racconti il progetto Storie Bio? Come è nato?

A fronte della mia personale mappatura appena descritta, nasce l’esigenza di fare qualcosa di concreto oltre a fare interviste preziose e di spessore a persone importanti di settore nel mio blog. Ed allora, sempre attraverso la rete, abbiamo conosciuto Bioqualità, che è una Rete di consulenti, donne e uomini che da oltre 20 anni “vivono” il mondo del biologico italiano. Dopo esserci seguiti sul web, conosciuti e parlati al Sana di Bologna lo scorso i-bambini-che-tengono-la-plantula-in-mani-come-conservano-il-concetto-del-mondo-nel-tono-d-39-annata-di-colore_7186-245 (1)anno, abbiamo capito che avevamo argomenti ed obiettivi comuni quindi, unite le forze, insieme a Kaos Communication, che è l’agenzia dove sono Project Manager del settore biologico, a Simone Stricelli – Creative Director e Digital Strategist di Kaos, Paolo Iammarino – autore delle illustrazioni e a Bioqualitàchiaramente, abbiamo dato alla luce #StorieBio.

StorieBio è un punto di partenza di un’esperienza editoriale che vogliamo portare avanti durante tutto questo 2018. Il progetto è interessante perché abbiamo unito la parte creativa all’affidabilità e fiducia di consulenti che da oltre 20 anni vivono il bio. L’aspetto tecnico è curato dal dr. Massimo Govonie la dr.sa Alessandra Zannoni, in collaborazione con il loro staff di consulenti. Mensilmente abbiamo scelto un prodotto che verrà raccontato e trasformato in fumetti ideati da Paolo e Simone e trasmettono i consigli dei consulenti di Bioqualità   Saranno accompagnati da 12 interviste che curo personalmente ad aziende che trattano il biologico alcune grandi e conosciute, altre più piccole ma tutte con delle storie molto interessanti. Ma non potevamo fermarci qui, ogni mese uno chef o foodblogger che conosciamo, ci delizierà con una ricetta appositamente elaborata con il prodotto di cui si parla in quel mese. Il tutto è scaricabile ed a fine anno si può avere del materiale utile e consultabile sia a livello cartaceo che digitale. Sicuramente lo renderemo disponibile sui nostri siti ed a disposizione di grandi e piccini. Tutto questo viene sviluppato a titolo gratuito, proprio per fare emergere la nostra passione per l’argomento e di quanto crediamo in questo progetto.

Cosa vuol dire biologico? Con quali aggettivi lo definiresti?

L’agricoltura biologica, come meglio voi di me sapete, si fonda su obiettivi e principi ideati per minimizzare l’impatto umano nell’ambiente e allo stesso tempo permettere al sistema agricolo di operare nel modo più naturale possibile. La tendenza, sia perché le persone hanno sempre di più la cultura e non la moda di mangiare sempre più salutare e bio, è quella di aumentare da parte delle aziende agricole il terreno destinato a questo tipo di agricoltura. La cosa che vorrei però permettermi di dire è che sicuramente mangiare bio è un bene, ma non significa che il non bio significhi non buono. La sana alimentazione inizia da un cibo buono e sano, il bio è un plus.

Che consiglio ti senti di dare ai nostri lettori, soprattutto alle mamme che in fase di acquisto cercano di scegliere sempre i prodotti migliori per i propri figli?

La cosa che mi sento di consigliare le-mani-dei-bambini-che-piantano-il-giovane-albero-su-suolo-nero-insieme-come-conservano-il-concetto-del-mondo_7186-941a tutti è quello di cercare il prodotto buono e sano andando ad informarsi prima dell’acquisto di chi c’è dietro quel prodotto. E’ un po’ come quando vai al ristorante di uno chef che ti porta in tavola un prodotto presentato in maniera eccellente e poi però scopri che il prodotto non è così buono come ti viene decantato. Quando scelgo un prodotto voglio sapere cosa mangio, chi lo produce, come si produce, dove cresce, come si cucina, come si conserva, quali caratteristiche ha, a quali esigenze risponde, insomma devo sapere tutto. Alle mamme ancora di più consiglio di fare questo perché una sana alimentazione inizia dalla scelta del prodotto, del miglior prodotto per i bambini fin dallo svezzamento. Molte volte ci fermiamo al prezzo e non al valore del prodotto. E questo è un errore.

Nei mesi avete raccontato tante storie, tra queste ci saremo anche noi di Gullino. Fino ad ora qual è la storia che ti è più a cuore?

Ad oggi ho ben chiaro le aziende che ho intervistato e che mensilmente scoprirete anche voi. A cuore le ho tutte, dalla prima all’ultima perché ho cercato in loro la storia, la passione e l’amore dalla quale è nata l’azienda. Nella maggior parte dei casi, dietro le aziende che intervisto, c’è una storia che inizia nel secolo scorso ed emergono innanzitutto l’amore delle persone che, attraverso il sacrificio, hanno fatto nascere una piccola azienda che con il passare degli anni, con l’evoluzione e con il cambiamento del mercato e delle esigenze, sono cresciute fino ad essere dei nomi importanti riconosciute dal territorio italiano. Molte, sui loro siti web, hanno una piccola area dedicata alla storia ed al racconto dei loro prodotti, io ho cercato di andare un po’ più a fondo cercando di fare emergere ancora di più quei lati emozionanti che di un’azienda fanno un’azienda ancora più bella e sana. Quindi le porto tutte nel cuore.

Sappiamo che hai letto il nostro lavoro Le Avventure di Kiwito e Galita. Ti è piaciuto? Cosa hai trovato di interessante in questo nostro progetto?

Desidero ringraziare Carola per avermi fatto recapitare il libro che abbiamo immediatamente aperto in famiglia e letto. Devo ammettere che per me è stato un piacere leggerlo perché lo trovo sempre un bel mezzo di comunicazione il libro ed il fatto che lo abbia letto in una sola giornata mio figlio che ha 10 anni e che tendenzialmente preferisce il tablet ai libri, mi ha fatto ancora più capire che è un libro strutturato e studiato bene, semplice, chiaro, simpatico, ma con dietro un progetto, quello di sensibilizzare le famiglie, dai bambini agli adulti, al maggior consumo di frutta e verdura ed andando soprattutto a spiegarne i motivi. Nello specifico si va a spiegare come possono prevenire diverse malattie. Poi il fatto che tutto il ricavato delle vendite del libro venga dato in beneficenza, alla delegazione Lilt di Saluzzo, lo trovo veramente di grande stima. Non tutti lo fanno, come sempre dico, le aziende sono fatte di persone e per me questo è lo specchio della Famiglia Gullino.

Siamo nella fase finale di campagna elettorale. A tal proposito cosa ti sentiresti di chiedere per il futuro del bio alla classe politica che dovrà governare il nostro paese?

Bella domanda! Ci sarebbe talmente tanto da dire che si aprirebbe un dibattito. Il biologico fino a pochi anni fa era un prodotto di nicchia, tendenzialmente consumato da persone di cultura medio alta e benestante. Attraverso la continua informazione, la maggior parte delle persone hanno cambiato lo stile di vita e si sono dirottati sul bio quindi da prodotto di nicchia è diventato di massa o poco meno. Resta il problema prezzo. Il problema è stato preso in carico dalla grande distribuzione che per svariati motivi ha dato la possibilità a molte famiglie di poter acquistare i prodotti biologici a prezzi più accessibili. Il gap deve ritagliata-immagine-di-donna-che-inserisce-le-informazioni-sulla-carta-e-chiave-sul-telefono-o-laptop-mentre-acquisti-online_1423-71ridursi tra il negozio specializzato e la grande distribuzione, si dovranno diminuire i margini per poter far vivere grandi e piccoli. Credo che alla classe politica chiederei di modulare le aperture dei supermercati, aumentano di continuo di fronte ad una domanda che non aumenta nella stessa misura, chiederei di ridurre le ore lavorative alle mamme ed alle donne per poter vivere di più il supermercato e poter gestire meglio gli acquisti, ma soprattutto, con l’ingresso anche di e-commerce importanti, far sì che ci possa essere una concorrenza leale. Tutti devono lavorare e la concorrenza ci sarà sempre, ma le armi devono essere pari senza far sì che uno vinca e l’altro perda per regole non uguali.

Simona vogliamo chiudere questa intervista parlando anche di te. Come vedi e come speri sia la nostra alimentazione del futuro? Si parla molto di insetti, carne biotecnologica e di alghe. Che ne pensi?

Personalmente credo e ne sono convinta di vivere nel Paese più bello del mondo con un territorio fantastico, ricco di arte, turismo, prodotti che in nessun’altra parte del mondo hanno, una storia che pochi Paesi hanno, una cucina che ci invidiano in tutto il mondo. E’ vero che mangiare insetti è una cultura di paesi diversi dal nostro, ma sinceramente io amo il mio Paese e non riuscirei mai a tradire un piatto di spaghetti al pomodoro con parmigiano, basilico ed un filo di olio crudo sopra con un piatto di insetti o carne biotecnologica o alghe. Non mi permetto di giudicare questi altri “piatti” se così si possono chiamare, ma il futuro dell’alimentazione lo vedo come un ritorno alle ricette delle nostre nonne.

Un grazie a Simona, intanto vi consigliamo di dare un’occhiata alle sue #StorieBio

https://www.linkedin.com/in/simona-riccio-5aa82923/

http://www.kaoscommunication.com/blog/storie-bio/

https://www.bioqualita.eu/storiebio/.

http://www.kaoscommunication.com/blog/category/seed-crop/

Complimenti e auguri per il tuo brillante futuro.

Grazie a voi di cuore.

Come si produce una mela a residuo zero?

Gullino da anni è attiva nel mercato import export di frutta, cercando ogni giorno delle peculiarità che possano distinguerla nel mondo globale del commercio. Per questo è nato il progetto “MelaQui“, volto alla promozione di un nuovo tipo di coltura melicola: la mela a residuo zero. Ma perché un prodotto a residuo zero si definisce così? Scopriamolo insieme.

Gullino cultivates and sells quality fruit. From 2017 it also produces the zero residue apple. Let’s find out together how it is produced. 

Continua a leggere

Combatti le zanzare con la mela Gullino

Con l’arrivo dell’estate non mancano all’appello le fastidiose zanzare che perseguitano le nostre cene in giardino, i nostri pisolini pomeridiani e la quiete dei nostri bambini.

Oggi vogliamo presentarvi una soluzione a base di mela, questo magico frutto che ancora una volta accorre in nostro aiuto nella lotta alle zanzare.

Ecco per voi 3 consigli pratici e semplici su come utilizzare la mela unita ad altri elementi.

The apple is a good insecticide. It also removes mosquitoes. In this article we give you some tips to use the apple and put the bites on.

Here are 3 practical tips.

1) Mela soprammobile antizanzara

zanzare-rimedi-naturali-eliminazionePrendete una mela dolce e ben matura e circa 30 chiodi di garofano. Disponete i chiodi di garofano nella polpa della mela in maniera omogenea e lasciatela su un piattino. Il gioco è fatto! La cannella è un ottimo repellente contro le larve di zanzara ed unita alla mela diventa un buon modo green per difendersi dai morsi. Usate questa creazione come soprammobile estroso.

Ornament anti mosquito. Inserted in the mature apple 30 cloves. Place the apple on a saucer. 

2) Spray antizanzara

L’aceto di mele è ideale per la realizzazione casalinga di spray anti zanzare. Provate ad unire 1 litro di aceto di mele, due cucchiai di salvia secca, 2 cucchiai di menta, 2 cucchiai di timo, 2 di lavanda e 2 di rosmarino. Lasciate a macerare il tutto per circa 2 settimane ricordandovi di sbattere la bottiglia ogni giorno. Infine filtrate il tutto ed inserite il liquido in un contenitore spray, con aggiunta di un bicchiere di acqua. Bagnate il vostro corpo o i tendaggi della casa all’occorrenza.

Join the apple vinegar with rosemary, lavender, mint, thyme, sage. Let it macerate for 2 weeks. Add a glass of water and put it in a spray bottle. The compound is ready to be sprayed on your body. 

3) Trappola 1 antizanzara alla mela

Preparate una trappola per mosche riempiendo un barattolo di vetro per metà con aceto di mele e aggiungendovi un quarto di sapone liquido (meglio se neutro) ed acqua fino al riempimento. Sbattete il tutto e lasciate sul davanzale Punture-delle-zanzare-rimedi-naturalidella vostra finestra come se fosse un oggetti estetico. Le mosche dovrebbero essere attirate dall’odore dell’aceto e rimanere intrappolate.

Combine apple vinegar and liquid soap. Is a great mosquito trap

4) Trappola 2 antizanzara alla mela

Si tratta di un rimedio adatto a chi volesse sostituire la comune carta moschicida, impregnata di sostanza chimiche che potrebbero risultare pericolose soprattutto in presenza di bambini. Spennellate delle strisce di carta con una miscela di acqua, zucchero e aceto di mele. Lasciatele nei luoghi della casa più sensibili (vicino la finestra, sul balcone, sul comò della camera da letto ecc..) e il gioco è fatto.

Spelled on paper water, sugar and apple vinegar. The game is done.

A questo punto non resta che augurare … buonanotte serena a tutti i nostri fans!

Credit photo

Credit photo

Credit photo

Credit photo

Lotta integrata: come limitare l’uso di prodotti chimici in agricoltura

Il mercato del biologico è quanto di più ecosostenibile possa esserci al giorno d’oggi, per soddisfare le esigenze di consumatori sempre più attenti ad uno stile di consumo salutare e pulito. Esistono, però, altre pratiche produttive che rappresentano un buon punto di incontro fra le esigenze dei mercati e quelle dei consumatori e produttori, ossia fra la richiesta di prodotti a costo contenuto e la possibilità di produrli con un investimento non eccessivo. Oggi vi parleremo della lotta integrata in agricoltura, riconosciuta e regolamentata dall’Unione Europea perché giusto compromesso tra esigenze distributive e commerciali.

Organic farming is the most environmentally friendly choice. However, there are some production practices that are environmentally friendly because they reduce the use of pesticides. One of these is the integrated fight in agriculture.

Scopo di questa pratica è quello di evitare il più possibile l’uso di prodotti chimici in agricoltura, o almeno scegliere di farmer-657343_960_720utilizzarli solo quando il costo dovuto al rischio di perdita della piantagione superi, di gran lunga, i costi del trattamento stesso.

Chemicals products are kept to a minimum.

Con la lotta integrata, infatti, i pesticidi vengono ridotti di oltre il 40% garantendo un minor impatto ambientale.

With integrated fight, pesticides are reduced by 40% and this ensures environmental sustainability.

Il prodotto da lotta integrata non è certificabile ma è generalmente proposto da alcune catene della grande distribuzione che ne garantiscono la qualità.

Rispetto al biologico, la lotta integrata rappresenta, però, solo una soluzione parziale e “di passaggio” verso un’agricoltura globalmente pulita, rispettosa dell’uomo e dell’ambiente.

The integrated fight it’s only a partial solution because it doesn’t eliminate pesticides completely. 

In Italia spopola il biologico

Il mercato italiano del biologico è in forte espansione e lo dimostrano i numerosi spacci e supermercati dedicati esclusivamente alla distribuzione di questo tipo di prodotto. Dalla frutta ai cosmetici, gli italiani sono sempre più attratti dal consumo consapevole ed etico che solo un prodotto biologico può garantire.

The Italian organic market is booming. It’s increasing the number of organic supermarkets where they sell fruits, vegetables, cosmetics, meat etc .. Italians are more and more sensitive to eating healthy.

Questo grazie ad una bananas-698608_960_720sensibilità che negli anni è cresciuta, orientando i consumatori ad un mercato più sicuro, a dispetto dell’inquinamento che contamina gran parte delle produzioni convenzionali.

l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, che pubblica il rapporto nazionale pesticidi nelle acque, presenta l’edizione 2016 nella quale si legge che sono stati trovati pesticidi nel 63.9% dei 1.284 punti di prelievo delle acque superficiali e che è risultato contaminato il 31,7% dei 2.463 punti di campionamento delle acque sotterranee (quelle da cui dovrebbero attingere gli acquedotti). Sono state trovate 224 diverse sostanze chimiche di sintesi, in crescita rispetto agli anni precedenti (erano 175 nel 2012). A far la parte del leone sono i diserbanti, ma è in significativo aumento la presenza di anticrittogamici e insetticidi, soprattutto nelle acque sotterranee.

The ISPRA in the waters found pesticides, herbicides, insecticides, fungicides and many other poisonous substances. 

pesticidiIl mercato biologico si inserisce proprio in questo clima di contaminazione (diremmo velenosa) dei prodotti della terra ed esprime l’alternativa delll’agroalimentare italiano, quello sano e di qualità, per questo è un mercato in crescita con oltre 200.000 addetti nelle aziende agricole ed il 61,8% dei comuni italiani centro meridionali interessati dall’impatto di almeno un’azienda biologica attiva. Basti pensare che in 55 comuni italiani la superficie agricola biologica supera il 60% di quella totale, e questo è davvero un grande successo visto con gli occhi di chi, come noi di Gullino, ha fatto una precisa scelta.

The organic market, however, avoids these poisons and provides quality foods. In fact it is
a growing market with more than 200,000 employees. The 61.8% of italian municipalities hosts organic farms. This is good news for those who, like Gullino, chose to produce organic.

biologicoE i titolari e conduttori di queste preziose aziende biologiche? Nella maggior parte dei casi hanno un’istruzione universitaria di primo o secondo livello, sono under 40, usano strumenti informatici e molti di loro hanno un sito internet e vendono on-line, a dimostrazione di una nuova classe di lavoratori ed imprenditori che guarda alla terra con la voglia di tradizione ma alla ricerca di crescita ed innovazione.

Entrepreneurs and workers of organic sector have a high level of education, they use the technologies, they’re young and companies have digitized.

Quello biologico è un sistema d’imprese che coltiva circa l’11.2% dell’intera superficie agricola italiana, senza un grammo di sostanze chimiche di sintesi che inquinino le falde acquifere, nella tutela della biodiversità e della fertilità naturale del suolo, nel rispetto dell’allevamento animale al pascolo ecc…

Il biologico italiano è un mercato tecnologicamente all’avanguardia!

Organic Italian is a technologically advanced market!

Credit photo

Credit photo

Credit photo

TTIP: una riflessione sul comparto agroalimentare

Si sta parlando moltissimo di un accordo internazionale di grande rilevanza: il patto transatlantico, meglio detto TTIP. Questi consiste in un negoziato fra l’Unione Europea e gli
USA al fine di raggiungere un accordo per il commercio e gli investimenti, creando la maggiore zona di libero interscambio commerciale del pianeta, con circa 8 milioni di consumatori. Ciò vuol dire che se l’accordo andasse in porto, fra Europa e USA si potrebbe commercializzare senza le attuali barriere (tariffarie e non tariffarie).

Per meglio intenderci, è una questione che a noi di Gullino, come azienda dedita all’export, interessa moltissimairplane-465619_960_720o. Per alcuni sostanziali motivi. Il prodotto alimentare europeo attualmente è monitorato da un principio di precauzione. La nostra frutta, ad esempio, rispetta degli standard qualitativi che garantiscono la totale assenza di rischio per la salute di chi se ne ciba. Intendiamoci meglio: i nostri prodotti sono OGM free, biologici e quindi liberi da pesticidi, diserbanti e insetticidi dannosi. Fra i nostri produttori annoveriamo anche piccoli coltivatori che praticano agricoltura sostenibile. I prodotti nord americani possono garantirci la stessa qualità?  Come sarà possibile integrare le componenti chimiche consentite in Europa con quelle, di gran lunga più numerose, consentite negli USA?

E’ questa la domanda che ci stiamo ponendo, alla luce del fatto che in USA non vi è nessun principio di precauzione, pertanto gli agroalimenti pompati con residui chimici sono considerati sicuri fino a prova contraria; come dire “vediamo prima l’effetto che fa  e ritiriamo dal mercato ciò che non ha funzionato”. Eppure se l’accordo andasse in porto nella forma attuale potremo scambiare liberamente prodotti sui quali sono stati utilizzati, ad esempio, pesticidi dall’uso non consentito in Europa (si stima che siano 82 i tipi di pesticidi vietati dall’Unione Europea e consentiti negli USA).

Ci lasciamo con una domanda: c’è il rischio che il prodotto agroalimentare europeo si confonda nel mercato senza dazi in cui tutto, proprio sano, non è?

Credit featured image

1 2