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Il Lavoro che c’è: nuovi mestieri per un’agricoltura che cambia

Il Festival Internazionale dell’Agricoltura, in preparazione all’edizione di Coltivato 2025, ha recentemente ospitato un evento dedicato alla trasformazione del mondo agricolo e alle nuove opportunità di lavoro che questo settore offre. L’appuntamento ha riunito esperti, imprenditori, accademici e giovani per discutere dell’evoluzione del lavoro in agricoltura, offrendo uno sguardo su come la formazione e l’innovazione possano aprire nuove porte.

Tra gli interventi c’è stato anche quello di Carola Gullino che ha raccontato il progetto “Un Mondo da Salvare”, una straordinaria iniziativa educativa rivolta ai giovani delle scuole elementari e medie, concepita per sensibilizzare le nuove generazioni sul cambiamento climatico. Attraverso una storia ricca di fantasia e realtà, i ragazzi sono guidati a riflettere sulla responsabilità individuale e collettiva nella salvaguardia del pianeta.

Carola ha inoltre parlato dell’EcoClub “Un Mondo da Salvare”, un progetto nato per raccogliere imprese territoriali impegnate nella riduzione dell’impatto ambientale. Attraverso pratiche di risparmio energetico, raccolta differenziata e tecnologie verdi, queste aziende promuovono un modello collaborativo di crescita sostenibile. Gullino ha sottolineato quanto sia essenziale il lavoro comune tra imprese, comunità e giovani per un cambiamento reale.

L’intervento di Carola Gullino è stato un potente richiamo all’azione, evidenziando che l’agricoltura di oggi non è solo un’opportunità economica, ma un mezzo per promuovere un futuro più sostenibile e responsabile. L’entusiasmo e la dedizione con cui il Gullino Group affronta le sfide ambientali dimostrano che il settore agricolo è pronto ad accogliere nuove generazioni e competenze, guidato da valori etici e da una visione lungimirante.

La chiusura della giornata di lavori si è svolta con la presentazione del libro “Il lavoro che c’è. L’agricoltura che cambia nelle storie di tre generazioni”, pubblicato da Espress Edizioni e scritto da Maria Ludovica Gullino, già professore ordinario e vice-Rettore all’Università di Torino, imprenditore e responsabile scientifico del Festival Internazionale dell’Agricoltura Coltivato.

La Professoressa ha ricordato quanto il settore dell’agricoltura sia un settore:

dinamico, interessante, che offre stimoli e opportunità nuove per i giovani. Questo appuntamento di Coltivato si propone di fare conoscere a loro un settore spesso poco noto, evidenziando anche le non poche criticità di una formazione che sovente non riesce a precedere l’innovazione.

Due modi di fare le cose per bene. Bio e residuo zero.

Gullino da anni è impegnata attivamente in un processo di riduzione del proprio impatto ambientale sul territorio e lo fa sia preservando le emissioni dannose in atmosfera che coltivando la propria frutta con metodi green. 

L’azienda opera da protagonista nel mercato dell’ortofrutta biologica perchè ha scelto di aderire a pieno ai 4 principi dell’agricoltura biologica: benessere, ecologia, equità e precauzione. 

In Piemonte e nel Lazio, in terre generose e fertili, Gullino produce kiwi e mele biologiche seguendo pedissequamente tutti i passaggi del disciplinare. Dalla coltivazione alla lavorazione, la frutta bio viene trattata esclusivamente con sostanze di origine naturale e minerale escludendo rigorosamente l’uso di fertilizzanti, fitofarmaci, diserbanti, prodotti medicinali e conservanti chimici di sintesi. 

“Le tecniche dell’agricoltura biologica rispettano l’ambiente e i suoi equilibri, e se la terra con noi è stata generosa sin dal primo momento consentendoci la coltivazione dei frutti che commercializziamo, noi non possiamo essere da meno con lei. Limitiamo, infatti, l’inquinamento atmosferico e delle acque, evitiamo lo sfruttamento eccessivo delle risorse naturali e l’erosione del suolo, scongiuriamo l’estinzione di organismi utili, preserviamo la biodiversità nell’ambiente” (Carola Gullino, ammistratore delegato).

Grazie a questo investimento nel biologico dal 2019 i frutti Gullino vengono distribuiti dalla filiera Almaverde Bio, una società consortile che associa 10 imprese dell’agroalimentare italiano con una comprovata esperienza nel settore biologico.

Oltre alle produzioni biologiche Gullino preserva le proprie mele anche con produzioni a residuo zero, sospendendo i trattamenti chimici sulle piante molto prima della raccolta in modo tale che sulle mele che arrivano a tavola non vi sia, appunto, nessun residuo. 

 

L’azienda garantisce, tramite il proprio sistema di qualità, una totale tracciabilità delle materie prime e un attento controllo qualità all’ingresso e all’uscita dei propri magazzini di condizionamento. Il rapporto con i produttori prevede frequenti visite sul campo, per trasmettere agli agricoltori tutte le informazioni e le competenze necessarie per uniformare prodotti e servizi alle più diversificate richieste dei clienti e ai più alti standard qualitativi che il comparto biologico richiede.

Gullino, inoltre, si avvale di laboratori di analisi riconosciuti a livello europeo ed effettua prelievi ed analisi a campione sulle principali partite per garantire una qualità totale al cliente finale.

 

Gullino save the planet! 

 

Per fare impresa serve “l’energia giusta”!

Gullino da anni è impegnata attivamente in un processo di riduzione del proprio impatto ambientale sul territorio e lo fa sia preservando le emissioni dannose in atmosfera che coltivando la propria frutta con metodi green. 

Dal 2011, infatti, sono entrati in funzione ben 5 impianti fotovoltaici aziendali, installati sui capannoni, grazie ai quali l’azienda produce ben 1.8 MWh all’anno di energia pulita, in grado di soddisfare a pieno il 30% del fabbisogno aziendale. 

Grazie a questi impianti Gullino limita le emissioni in atmosfera di CO2, SO2 e NOX, assicurando anche un notevole risparmio dei prelievi dalla rete nazionale. 

Ad oggi l’energia prodotta è pari a 14.332.442 kwh mentre le emissioni di CO2 risparmiate sono di 5.402.506 kg.

Per portare a termine questa operazione Gullino ha scelto di collaborare esclusivamente con aziende del territorio, leader nel settore dell’energia pulita, confermando la propria propensione ed attenzione alla valorizzazione del territorio di appartenenza. 

La frutta Gullino, le mele, i kiwi, le prugne che arrivano sulle nostre tavole, oltre che essere coltivata con tecniche a basso impatto, viene confezionata con la giusta energia: quella pulita!

 

Gullino save the planet! 

 

ARRIVA IL MIRTILLO DEL MONVISO. GULLINO LANCIA UNA NUOVA COLTURA.

Gullino si affaccia all’estate con una grandissima novità che amplia le varietà di frutti prodotti. Da quest’anno, infatti, oltre alle mele, ai kiwi, alle susine e alle pesche l’azienda produrrà anche i mirtilli, piccole bacche dalle proprietà eccezionali. 

Quando Gullino sceglie una nuova coltura lo fa per motivi non solo commerciali ma anche di potenziale eccellenza del prodotto finale che sarà distribuito sui mercati. E’ per questo che l’azienda, attiva dal 1969 sotto la guida di Attilio Gullino e dei suoi figli ed attuali amministratori delegati, Carola e Giovanni, ha scelto di accogliere nei propri terreni questo piccolo frutto dalle molteplici proprietà benefiche e dai tanti utilizzi. 

Il clima continentale ma temperato delle terre del Monviso, la protezione garantita dalla cerchia alpina e il sole che accarezza le terre del saluzzese fanno si che il mirtillo cresca indisturbato e si distingua per un sapore ed un aroma unico. 

Le proprietà e gli usi di questo piccolo ma sfizioso frutto di bosco sono davvero svariate e nonostante le bacche dalle piccole dimensioni, sono tante le sostanze benefiche contenute. I flavonoidi garantiscono un formidabile effetto antivirale, antiossidante ed antinfiammatorio ed in modo particolare gli antociani sono i perfetti alleati contro l’invecchiamento cellulare. Tannini, vitamine ed antociani conferiscono ai vasi sanguigni una particolare elasticità permettendo di combattere insufficienza venosa e fragilità capillare. Non a caso, infatti, i mirtilli sono molto utilizzati in cosmesi per uso topico, attraverso creme e gel. Queste piccole bacche sono considerate anche molto preziose per la vista, specie quella notturna che sembrerebbe attivata dalle vitamine contenute nel frutto. Le stesse vitamine giocano a favore di capacità cognitive e memoria. In omeopatia ed erboristeria la tintura madre di mirtilli è ideale per il trattamento di cistiti, emorroidi e coliti. 

E in cucina? Chi più ne ha più ne metta. Il mirtillo è molto utilizzato fresco per guarnire torte, gelati o yogurt. Lavorato, invece, permette di realizzare delle setose marmellate o dei gustosissimi liquori e succhi di frutta. Se volete provare anche voi, provate questa ricetta.

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Liquore ai mirtilli. 

Versate 400 ml di alcol (95°) in un contenitore ed unite 400 grammi di mirtilli freschi e lavati. Lasciate macerare in un luogo fresco e buio per 15 giorni e di tanto in tanto agitate il contenitore. Al termine di questo periodo separate i mirtilli macerati dal succo. Mettete una pentola sul fuoco, a fiamma bassa, con 600 ml di acqua e 300 grammi di zucchero che farete sciogliere lentamente e poi raffreddare a temperatura ambiente. A questo punto potete unire il succo di alcol precedentemente separato dai mirtilli al composto di acqua e zucchero. Imbottigliate e gustate questo ottimo digestivo. 

 

Raccogliere i frutti. I volti dietro una storia di famiglia

Questo mese nell’ambito della campagna “Gullino Loves People” vi parliamo di come sono stati “raccolti i frutti” in azienda.

I frutti sono la metafora di tutte le cose sane e genuine che riusciamo a mettere nel mondo ed anche in Gullino questo processo virtuoso di “semina” è avvenuto con successo. Papà Attilio, infatti, è riuscito a trasmettere la passione per il settore ortofrutticolo ai suoi figli, Carola e Giovanni, i quali oggi sono il vero motore propulsivo dell’azienda cuneese.

In questa videointervista Carola, direttrice generale ed amministratrice delegata dell’azienda, ci racconta quando ha deciso di intraprendere questo percorso e perché.

Non è scontato raccogliere le redini dell’azienda di famiglia. Per farlo (e farlo con vero successo) è necessario che vi sia passione e voglia di innovare, quella che Carola da anni mette in circolo. E’ riuscita a fare dell’ortofrutta un mestiere “bello” e “femminile”, impegnandosi nel posizionamento dell’immagine aziendale sia attraverso attività di marketing che con la sua partecipazione alla fondazione dell’Associazione Nazionale Donne dell’Ortofrutta, di cui oggi è vicepresidente.

Cosa si aspetta dalla sua azienda nel futuro? Quali frutti raccoglieranno le prossime generazioni? Ce lo racconta in questa videointervista. 

 

I 6 benefici del mirtillo nero. Tutto ciò che devi sapere

Ti sei mai chiesta perché i mirtilli vengano sempre inseriti nelle diete? Oggi vogliamo spiegartelo parlandoti di 6 benefici che rendono queste bacche un vero frutto della salute.

  1. Microcircolazione e sistema nervoso al TOP. Oltre a contenere vitamina A, B e C, i mirtilli neri contengono la mirtillina che aiuta il sistema circolatorio ed anche la vista!
  2. Bruciagrassi. Non lo avresti mai detto ma il mirtillo è un portentoso bruciagrassi perché i suoi antiossidanti hanno formidabili effetti anche sul metabolismo, riducendo il grasso addominale. La prova costume ti aspetta!
  3. Memoria invincibile. Piccole bacche ricche di antocianine che incrementano l’attività mnemonica. Consumare quotidianamente succo di mirtillo aiuta a migliorare le facoltà mnemoniche.
  4. Invecchiamento sotto controllo. I mirtilli sono talmente ricchi di antiossidanti da inibire la formazione di radicali liberi. Infatti i numerosi sali minerali quali il calcio, fosforo, sodio, ferro e potassio concorrono proprio a rigenerare le cellule della cute.
  5. Vista da aquila. Il mirtillo nero migliora la visione notturna e la fatica visiva. Favorisce inoltre la rigenerazione dei tessuti della retina ed è utile anche in caso di disturbi vascolari dell’occhio.
  6. Stop al mal di pancia. I tannini sono dei forti antagonisti dei batteri e per questo tengono sotto controllo la dissenteria, le indigestioni e altre infiammazioni intestinali

Gullino da il benvenuto al mirtillo.

E’ da un po’ che resistiamo alla voglia di dirvelo ed oggi è il giorno degli annunci!

Le piante sono rigogliose, le bacche in fiore e l’aria salubre del Monviso condisce tutto con un tocco di unicità: stiamo coltivando il mirtillo.

Il mirtillo era un nostro obiettivo da diversi anni perché è una di quelle piante di cui si utilizzano più parti. Si impiegano sia le bacche che le foglie e gli usi spaziano dalla farmaceutica, alla cosmesi, fino ad arrivare al tradizionale settore alimentare.

Various fresh summer berries,blueberries,red currant,top view.Le bacche del mirtillo contengono molti acidi organici, zuccheri, tannini, pectina, vitamine A, B e C. Una proprietà fra tutte è la capacità di questo favoloso frutto di ridurre la permeabilità dei capillari e rafforzare la struttura del tessuto connettivo, migliorandone l’elasticità e il tono. Possiamo considerarlo un frutto della salute.

I nostri mirtilli hanno anche un tocco in più. Crescono alle pendici del Monviso, in una zona dal clima continentale ma temperato grazie alla protezione della cerchia alpina che garantisce un assetto ideale per la crescita di questo frutto, che quindi si distingue per un sapore ed un aroma unico.

E’ così che la nostra terra ci permette di arricchirci di una nuova coltura, rendendo sempre più grande il nostro desiderio di diffondere la frutta italiana, quella sana, buona e genuina.

 

 

Parte la campagna “Gullino Loves People”

Mai come quest’anno abbiamo pensato all’uomo, a quanto si rende responsabile del delicato equilibrio del nostro sistema ambientale e a quanto subisce la forza della natura. 

Gli eventi ambientali accaduti negli ultimi anni richiamano continuamente l’attenzione del nostro mondo ortofrutticolo perché anche da noi può partire il cambiamento.

shane-rounce-DNkoNXQti3c-unsplashPandemia, incendi, tempeste, cicloni, uragani, inondazioni si sono abbattuti nel nostro pianeta nel corso del 2020, segnandolo ancora una volta indelebilmente. Ma chi è la causa se non l’uomo? Cosa possiamo fare per fronteggiare un clima impazzito a causa delle nostre scelte scellerate?

E’ da qui che nasce l’idea della campagna GULLINO LOVES PEOPLE. Il nostro obiettivo è quello di  dare luce anche quanto di efficace l’uomo sta mettendo in atto per contrastare il #climatechange e fare un gesto d’amore verso la natura, perché nonostante tutto ci sono azioni sane e produttive che stiamo intraprendendo.

Nel corso dell’anno valorizzeremo la parte sana dell’uomo, quella produttiva, etica, attenta alle ricadute di ogni azione sull’ambiente.

Nel 2021 celebreremo l’umanità della nostra azienda Gullino, partendo dalle origini per giungere agli sguardi sul futuro e sul mondo in cui si colloca.

Il nostro vuole essere un inno all’uomo e alle risorse che possiede, perché crediamo fortemente che il cambiamento sia possibile e parta da noi!

La frutta e i suoi chilometri per nutrire l’uomo

L’ortofrutta italiana regge l’urto della pandemia e l’export di frutta nel 2020 cresce in valore del 5%.

(Foto tratta dalla relazione di Barbara Brunello)

(Foto tratta dalla relazione di Barbara Brunello)

Perché? Sono aumentati i consumi di frutta e verdura oppure è avvenuto un cambiamento nel modo di mangiarla? Probabilmente entrambi i fattori concorrono a questo trend. Nell’immagine accanto è possibile visualizzare i dati dell’export italiano di frutta e verdura per Paese di esportazione. Oggi è importante segnalare che l’Italia sia uno dei Paesi che nutrono l’uomo in modo eccellente grazie alla varietà di prodotti ortofrutticoli e alla loro qualità e salubrità. Infatti le normative europee, alle quali la nostra azienda Gullino si sottopone rigidamente, impongono specifici metodi per la produzione, la raccolta e la conservazione dei prodotti, garantendo una catena del fresco eccellente.

Questo aspetto è confermato anche dal nostro sales manager Manuel Sola, che in un’intervista dichiara:

Il nostro Paese è da sempre riconosciuto a livello internazionale per le sue eccellenze, soprattutto nel food. Basta pensare che oggi più di 300 prodotti sono riconosciuti a livello internazionale con il marchio DOP, DOCG o IGP.  Negli ultimi anni anche la mela rossa di Cuneo ha ottenuto l’IGP, riuscendo a portare sulle tavole di tutto il mondo un prodotto dolce, fresco e croccante, con una buccia di colore rosso intenso  (Manuel Sola, sales manager Gullino)

 

Nutrire l’uomo in modo globale è la sfida che ci accompagna da anni, in quanto non c’è prodotto che non transiti da una parte all’altra del mondo. Mentre noi italiani, grazie alla ricchezza del nostro sottosuolo e al clima mediterraneo, ci avvantaggiamo con moltissime colture che riducono notevolmente l’import ortofrutticolo, altri Paesi acquistano da noi i prodotti della terra ed è nostro dovere nutrire, in senso globale, con consapevolezza e giustizia, nel rispetto della terra, dei suoi cicli, dei suoi ritmi, della sostenibilità del pianeta e del lavoro di chi ci mette le mani, ogni giorno.

E’ solo così che il mondo globale può avere davvero un senso.

 

L’UE promuove i consumi di carne. Che fine fanno frutta e verdura?

E’ forte e chiara l’accusa di Greenpeace all’Unione Europea, additata per aver speso 252 milioni di euro negli ultimi 5 anni per promuovere il consumo di carne ed altri derivati animali a discapito di frutta e verdura.

La stessa Europa che nella strategia Farm to Fork critica l’impatto ambientale insostenibile degli allevamenti intensivi.

“Se continuiamo a indirizzare i soldi pubblici a progetti per aumentare il consumo di questi prodotti non riusciremo mai a contenere la produzione o a renderla più sostenibile”, afferma Simona Savini, responsabile della campagna agricoltura di Greenpeace Italia.

Secondo l’analisi di Greenpeace, un terzo del budget stanziato dalla Commissione europea a progetti di promozione di prodotti agricoli (252 milioni su un totale di 776,7 milioni di euro tra il 2015 e il 2020) è stato assegnato a progetti per promuovere il consumo di carne, latticini e altri derivati animali. L’Italia, rivela l’ong, è tra gli Stati membri che hanno beneficiato del maggior numero di progetti: 124 milioni di euro assegnati tra il 2016 e il 2019, destinati per oltre un terzo a sostenere il consumo di carni, salumi e latticini made in Italy, in Italia e all’estero. Di contro, riferisce l’associazione, solo il 17% dei progetti italiani erano destinati a supportare il consumo di frutta o verdura, nonostante le tante produzioni che esistono nel nostro Paese, e uno scarso 1% dei progetti era destinato alla promozione di prodotti biologici.

La commissione Ue è in fase di riesame della politica sulla promozione dei prodotti agricoli e il 31 marzo si èaperta la consultazione pubblica, una nuova proposta è attesa all’inizio del 2022.

E’ una nota di speranza e cambiamento che, ci auguriamo, possa essere ormai alle porte.

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