Sostenibilità agricola: innovazione e cura del territorio
Intervista a Bruno Sacchi: dalle Energie rinnovabili all’agricoltura Simbiotica, una visione circolare per l’ambiente
Nel cuore del territorio del Monviso, Joinfruit rappresenta un modello di innovazione agricola e sostenibilità ambientale. Bruno Sacchi, guida dell’azienda, ci racconta come la forte identità territoriale si sposi perfettamente con una missione volta a ridurre l’impatto ecologico. Joinfruit, infatti, non si limita a produrre frutta e verdura di alta qualità, ma si impegna a rispettare e proteggere la terra con dedizione e rispetto. Ogni azione è concepita in un’ottica circolare, per restituire valore alla comunità e alle risorse naturali.
Joinfruit ha una forte identità territoriale e un legame profondo con il territorio del Monviso. Come riuscite a coniugare questa identità locale con la vostra missione di sostenibilità ambientale?
La sostenibilità ambientale è uno dei punti chiave della politica aziendale di Joinfruit: ce ne occupiamo nel nostro territorio così come in qualsiasi altra regione d’Italia dove operano le nostre aziende socie. È chiaro che visto il forte legame con il territorio del Monviso, prestare attenzione all’impatto ambientale e all’impronta ecologica delle nostre attività locali, viene in qualche modo ancora più naturale, è nel nostro DNA. In termini più generali, come agricoltori ci consideriamo custodi della terra: la nostra missione non è solo lavorare la terra per produrre frutta e verdura fresca, genuina e dalle eccellenti caratteristiche qualitative e nutrizionali, ma prendercene cura con rispetto e dedizione. Ogni nostra azione è caratterizzata dal forte impegno verso la sostenibilità ambientale ed è pensata in un’ottica circolare, perché desideriamo restituire valore alla terra che ci ospita e alla comunità a cui apparteniamo. In questa cornice, cerchiamo di portare innovazione in agricoltura, che per noi significa non solo offrire soluzioni più efficaci ai nostri produttori e assicurare qualità e soddisfazione ai consumatori e ai nostri partner commerciali, ma anche ottimizzare l’uso delle risorse e salvaguardare quel patrimonio inestimabile che ci nutre e che è la Terra.
Uno degli aspetti chiave della vostra strategia di sostenibilità è l’uso di energie rinnovabili, come gli impianti fotovoltaici e le luci a LED. Quali sono stati i principali benefici di queste scelte, sia in termini ambientali che economici?
Le nostre scelte sono sempre fatte nell’ottica di raggiungere questi obiettivi ambientali ed economici contemporaneamente, perché la sostenibilità ambientale deve andare a braccetto con quelle economica. Nello specifico l’adozione della illuminazione led nei nostri impianti produttivi ha permesso una drastica riduzione dei consumi energetici che hanno centrato contemporaneamente sia l’obiettivo del risparmio economico che quello della riduzione della carbon food print relativa all’illuminazione. Stesso discorso vale per l’utilizzo sempre maggiore di energia rinnovabile da impianti fotovoltaici e in questo caso abbiamo cercato di agire anche sull’organizzazione del lavoro per massimizzare il consumo energetico nelle ore di produzione dell’impianto stesso.
L’ottimizzazione dell’uso dell’acqua è cruciale per un’agricoltura sostenibile. Puòi raccontarci di più sul vostro progetto sperimentale di irrigazione intelligente e sulle tecnologie che state implementando per il risparmio idrico?
Nelle prossime settimane verrà installato il primo impianto pilota di questa start up che cambia profondamente il sistema di gestione delle acque di irrigazione. Gli attuali impianti utilizzano centraline che regolano l’irrigazione in base a tabelle orarie, mentre questa tecnologia che sperimenteremo utilizza centraline intelligenti che comandano l’irrigazione sulla base delle informazioni ricevute dal software che elaborando le immagini satellitari ricevute giornalmente leggono l’evaporazione dell’appezzamento in questione e conseguentemente regolano l’acqua necessaria a ripristinare il grado di umidità predefinito.
Ci dice di più sul progetto di Agricoltura Simbiotica, che si basa sull’interazione benefica tra piante e microrganismi del suolo. Quali sono i risultati ottenuti finora e quali benefici vi aspettate da questa innovativa pratica agricola?
Il nostro progetto di ricerca di Agricoltura Simbiotica nasce nel 2022, come prima esperienza di attivazione del disciplinare di Agricoltura Simbiotica da parte di una OP. È stato realizzato in collaborazione con il gruppo di ricerca in interazioni piante-microrganismi presso il Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi dell’Università di Torino, è stato avviato nell’ambito del Programma Operativo 2021-2023 ed è tutt’ora in corso. Quindi, siamo partiti dall’implementazione del disciplinare di Agricoltura Simbiotica (creato e sviluppato da Sergio Capaldo, fondatore de La Granda e del consorzio eco-simbiotico Società Consortile Ecosì) per poi andare oltre, esplorando le fondamenta della simbiosi tra piante e microrganismi del terreno. Il suolo è una matrice estremamente complessa, che racchiude un’enorme diversità microbica. È stato ampiamente dimostrato che le comunità microbiche della rizosfera (la porzione del suolo a stretto contatto con la radice) contribuiscono alla difesa delle piante dagli stress, migliorando l’acquisizione di nutrienti e acqua e influenzando la resa e la qualità del raccolto. Tuttavia, anche i microrganismi della rizosfera risentono dei cambiamenti ambientali, e sono influenzati negativamente dall’impiego di pratiche agronomiche impattanti, quali l’utilizzo eccessivo di fertilizzanti e prodotti fitosanitari. Siamo fermamente convinti che la sostenibilità ambientale in agricoltura non possa prescindere da un suolo sano, che oltre a favorire la produzione agricola nel lungo termine, è in grado di mantenere un ciclo equilibrato dei nutrienti essenziali per preservare l’equilibrio ecologico e minimizzare l’uso di fertilizzanti chimici, garantisce una buona capacità di assorbimento dell’acqua riducendo il rischio di erosione e migliorando la gestione delle risorse idriche e preserva la biodiversità. In questa cornice, la ricerca sull’Agricoltura Simbiotica riveste per noi una grande importanza: nel 2023-2024 la ricerca si è focalizzata sulle piante di mirtillo, una coltura rappresentativa della frutticultura cuneese: la biodiversità associata alle radici della pianta del mirtillo è stata analizzata in profondità, mappando un totale di 450000 differenti microrganismi tra funghi e batteri, e confermando la presenza tra questi di specie già note per la loro capacità di promuovere la salute del mirtillo. Lo scopo finale di queste attività, è quello di arrivare alla formulazione di biostimolanti a base microbica specifici per la coltura di mirtillo, ed eventualmente di commercializzare piantine già fornite di un biota microbico benefico al momento dell’impianto in campo.Come Organizzazione di Produttori, abbiamo l’obiettivo di testimoniare il carattere di migliore sostenibilità ambientale di questo sistema produttivo per gli alberi da frutta, con il fine ultimo di mettere a terra i risultati ottenuti con azione organizzata e strategica sulle aziende socie, così da far beneficiare i nostri produttori del lavoro fatto.
Il packaging sostenibile è un altro pilastro della vostra strategia aziendale. Potrebbe spiegarci come siete riusciti a ridurre l’uso di plastica non riciclabile e quali soluzioni eco-compatibili avete adottato per il confezionamento dei vostri prodotti?
Per quanto riguarda gli alveoli, utilizziamo esclusivamente polpa di legno, un materiale completamente biodegradabile e riciclabile. Questo ci permette di minimizzare l’impatto ambientale e di offrire una soluzione sostenibile per il confezionamento. I cestini che utilizziamo per i piccoli frutti contengono una percentuale di PLT con meno del 30% di impatto ambientale. Inoltre, abbiamo sviluppato dei cestini di carta per i piccoli frutti, che sono rivestiti con un film fatto in fibra di mais, rendendo così il packaging completamente biodegradabile. Un’altra tecnica che stiamo implementando per ridurre ulteriormente l’uso della plastica è la termosaldatura. Questa tecnica viene già utilizzata su diversi formati di confezionamento e abbiamo in programma di ampliarne l’uso in futuro.
Infine, anche i bollini che applichiamo sui prodotti, su richiesta del cliente, sono realizzati in carta e sono completamente riciclabili. Questo ci permette di offrire soluzioni di packaging sostenibili su tutta la linea, contribuendo a ridurre l’impatto ambientale complessivo dei nostri prodotti.