Agricoltura Biologica: innovazione e sostenibilità al servizio dell’ambiente

Intervista ad Alessandra Damiani: certificazioni, pratiche sostenibili e futuri obiettivi per la salvaguardia dell’ambiente

Nell’affascinante mondo dell’agricoltura biologica, Alessandra Damiani ci guida attraverso le sfide e le responsabilità di coltivare in modo sostenibile. Durante l’intervista, Alessandra ci racconta di come l’azienda abbia scelto consapevolmente di adottare pratiche rispettose dell’ambiente, certificazioni di qualità e sicurezza, e innovative tecniche a basso impatto ambientale. Con una visione chiara e determinata, continua a investire in persone, tecnologie e imballaggi sostenibili, dimostrando che l’agricoltura biologica non è solo una scelta produttiva, ma una missione per il futuro del nostro pianeta.

Alessandra cosa vuol dire per un’azienda ortofrutticola fare agricoltura biologica?

Fare agricoltura biologica vuol dire essere consapevoli di avere la responsabilità di salvaguardare l’ambiente e le risorse, che abbiamo scoperto non essere infinite, come l’acqua. Fare agricoltura biologica vuol dire investire sulle persone e sulle attrezzature, perché occorrono entrambe per poter applicare pratiche agricole di precisione e senza uso di sostanze chimiche che possono contribuire a modificare negativamente l’ecosistema.

Fare agricoltura biologica vuol dire avere a cuore la natura e le persone che la vivono.

Quali certificazioni di qualità e sicurezza avete ottenuto e come garantite che i vostri prodotti soddisfino questi standard in ogni fase del processo produttivo?

La nostra azienda è certificata Ifs, Global Gap, Grasp e Biologico. Abbiamo voluto queste certificazioni, non ci sono state imposte da nessuno, sebbene oggi, per lavorare con le più grandi catene della distribuzione, siano un prerequisito essenziale.

Come dicevo le abbiamo volute perché riteniamo sia giusto operare rispettando i requisiti di sicurezza alimentare imposti dagli standard e necessario avere chi dall’esterno possa monitorare il nostro operato, dandoci di volta in volta spunti per migliorare. 

Per garantire che i nostri prodotti rispettino gli standard di sicurezza in ogni fase dei vari processi, investiamo costantemente sulle persone, diffondendo la cultura della qualità e della sicurezza alimentare a tutti coloro che sono coinvolti nel nostro processo produttivo, attraverso la costante comunicazione delle politiche aziendali di sicurezza, la formazione e l’informazione al fine di prevenire e rilevare le deviazioni in qualsiasi processo aziendale che abbiano un impatto sulla sicurezza, la qualità e la legalità dei prodotti.

Stabilimento Orsini & Damiani

Invece per quanto riguarda le colture a basso impatto ambientale, ci racconti di cosa si tratta e quali sono i benefici di queste pratiche per l’ambiente?

L’agricoltura a basso impatto ambientale o a lotta integrata, come quella biologica, si prefigge di ridurre l’impatto sull’ambiente, modernizzando le pratiche agricole, per ottimizzare le risorse, automatizzare e implementare strategie di agricoltura di precisione. 
La lotta integrata è una tecnica di difesa delle colture che punta ad una riduzione dell’utilizzo dei fitofarmaci, sostituendoli con alcuni accorgimenti più sostenibili, come la confusione sessuale o tecniche di autocidio.

La vostra linea Gaia Biologico è un esempio di rispetto per l’ecosistema agricolo. Puoi spiegare quali pratiche specifiche adottate per promuovere la biodiversità e la naturale fertilità del suolo?

La linea Gaia è il nostro brand, ma siamo produttori di bioologico anche per le grandi catene di distribuzione che da anni ci hanno scelto come partner affidabile per i loro prodotti a marchio bio.

Utilizziamo tutte le pratiche agricole più sostenibili e più moderne a disposizione, solo per citarne alcune: pacciamatura, irrigazione mirata, lotta biologica con insetti antagonisti.

Potresti illustrarci le varie tipologie di imballaggi sostenibili che utilizzate e come contribuiscono alla riduzione dell’impatto ambientale?

Il prodotto che lavoriamo è un prodotto molto ricco di acqua e per questo motivo abbiamo cominciato a ragionare su come meglio utilizzare la plastica che da sempre garantisce una migliore conservazione dei prodotti con questa caratteristica.

Dal 2014 abbiamo, con i nostri fornitori di imballaggio, cominciato a testare vassoi ottenuti con l’80% di plastica riciclata e ad oggi questa percentuale è ulteriormente migliorata. Abbiamo arricchito le informazioni al consumatore finale fornendogli indicazioni utili per il corretto smaltimento perché non sono i materiali in sé il problema ma la cattiva gestione che se ne fa.

Quali sono gli obiettivi che vi prefissate per il futuro. Cosa pensate di migliorare nell’immediato futuro? 

Oggi, noi operatori e operatrici del settore, dobbiamo impegnarci di più per salvaguardare al meglio la natura e le risorse che abbiamo scoperto non essere infinite. Dobbiamo farlo perché ci troviamo di fronte a un cambiamento climatico che è realtà e non più qualcosa che immaginiamo, un cambiamento climatico che spariglia le carte in continuazione e anche in modo dirompente e che non ci permette di rispettare le programmazioni storicamente assodate delle nostre produzioni.

Sono molte le cose che poniamo in essere per il bene dell’Azienda e del territorio/ambiente che ci ospita e proprio per quantificare ciò che abbiamo fatto e cosa ancora possiamo fare, in questi giorni stiamo predisponendo la redazione del Bilancio di sostenibilità’ in collaborazione con la Facoltà di Economia e Sostenibilità di Ancona, inserendo in azienda una nuova risorsa formata appunto in ambito di bilancio di sostenibilità che ci aiuterà in questo percorso.