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Carola Gullino: il mio sogno é l’autosufficienza energetica

Carola Gullino: il mio sogno é l’autosufficienza energetica

Gullino rafforza il suo impegno per la sostenibilità ambientale con l’installazione di un nuovo impianto fotovoltaico hi-tech.

Saluzzo, 30 maggio 2023 – Gullino, azienda leader nel settore della produzione e vendita di prodotti ortofrutticoli, annuncia con orgoglio l’implementazione di un nuovo impianto fotovoltaico hi-tech in collaborazione con Sorgenia, società di energia rinnovabile. Questa nuova realizzazione conferma l’impegno costante di Gullino verso la sostenibilità ambientale e rappresenta un passo avanti nella sua missione di autoprodurre tutta l’energia necessaria per le proprie attività.

Da oltre 54 anni, Gullino ha posto la sostenibilità al centro delle sue operazioni aziendali. Fondata nel 1969 da Attilio Gullino, l’azienda ha sempre fatto della tutela dell’ambiente uno dei suoi principi fondamentali. Fin dagli anni ’90, Gullino ha dedicato una parte significativa della sua produzione all’agricoltura biologica e nel 2010 ha installato il suo primo impianto fotovoltaico. L’azienda ha continuato ad adottare soluzioni innovative per ridurre al minimo l’impatto sull’ambiente, sostituendo le lampade tradizionali con quelle a basso consumo e implementando tecnologie per ottimizzare l’uso dell’acqua.

La Managing Director di Gullino, Carola Gullino, ha sottolineato l’importanza di questa nuova realizzazione, affermando: “Siamo entusiasti di collaborare con Sorgenia per la realizzazione di questo nuovo impianto fotovoltaico hi-tech. Il nostro obiettivo è proseguire nella nostra vocazione di rispetto per l’ambiente, e speriamo di poter autoprodurre tutta l’energia di cui abbiamo bisogno in futuro”.

L’attenzione di Gullino verso il fotovoltaico è nata diversi anni fa, quando l’azienda ha colto l’opportunità di utilizzare gli incentivi offerti dal GSE per l’installazione di impianti fotovoltaici. Oltre agli evidenti vantaggi in termini di sostenibilità ambientale, questa scelta ha rappresentato un beneficio economico per l’azienda. L’ampliamento recente dell’impianto fotovoltaico è stato motivato non solo dalla volontà di ridurre l’impatto ambientale, ma anche dal crescente costo dell’energia. Nonostante l’impianto fotovoltaico attuale consenta di autoprodurre il 40% dell’energia necessaria, Gullino ha subito un aumento dei costi energetici del 40% negli ultimi anni, a causa dell’ampio utilizzo di celle frigorifere. L’azienda si impegna quindi a superare la soglia del 50% di energia autoprodotta, pur riconoscendo che al momento non esistono sistemi di accumulo efficienti per coprire il consumo energetico notturno. 

L’impegno di Gullino verso la sostenibilità si riflette anche nel suo rapporto con fornitori e partner. L’azienda si impegna costantemente a sensibilizzare i propri produttori e a comunicare agli acquirenti l’impegno verso la sostenibilità ambientale, avvalendosi di certificazioni riconosciute. Grazie agli sforzi congiunti di tutti gli attori coinvolti, la consapevolezza sull’importanza della sostenibilità ambientale sta crescendo e i consumatori sono sempre più attenti alla qualità e all’impatto ambientale dei prodotti che acquistano. Gullino promuove anche iniziative educative rivolte alle giovani generazioni, spiegando loro l’importanza della qualità dei prodotti e del territorio in cui vengono coltivati. La collaborazione con Sorgenia rappresenta un ulteriore passo avanti nella promozione di pratiche sostenibili nell’intero settore. Inoltre, Carola Gullino è la presidente dell’associazione nazionale Donne dell’ortofrutta e si impegna a superare il gender gap presente nel settore. Sebbene siano stati fatti progressi significativi nel coinvolgimento delle donne nel settore, c’è ancora molto lavoro da fare per garantire parità di opportunità e promuovere la presenza femminile in posizioni di leadership. Gullino sostiene l’importanza di un’ampia partecipazione e rappresentanza nel settore agricolo e incoraggia l’inclusione di punti di vista diversi per favorire l’innovazione e il progresso.

Gullino è determinata a continuare a promuovere la sostenibilità ambientale e a essere un esempio nel settore ortofrutticolo. La collaborazione con Sorgenia per l’installazione del nuovo impianto fotovoltaico hi-tech rappresenta un ulteriore passo in avanti verso l’obiettivo di raggiungere l’autosufficienza energetica e ridurre l’impatto ambientale delle sue attività. In continuità con questo impegno l’azienda ha provveduto all’installazione di due colonnine per la ricarica delle auto elettriche. L’obiettivo è quello di guidare il cambiamento verso un futuro più sostenibile e  ispirare altre aziende a seguire questa strada. 

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Assemblea nazionale Associazione Le Donne dell’Ortofrutta

Si è tenuta a settembre, il 23 e 24, l’assemblea nazionale dell’Associazione Le Donne dell’Ortofrutta presso Tastè Antico Palazzo Comunale di Saluzzo (CN). E’ nella città di Gullino che quest’anno si è svolto un importantissimo evento per l’associazione, da anni impegnata nella diffusione di una visione al femminile di tutte le politiche, le strategie comunicative e le visioni economiche inerenti il mondo ortofrutticolo.

A dare il benvenuto alle socie, infatti, sono state proprio alcune rappresentati del Piemonte, fra cui la nostra Carola Gullino anche vicepresidente della stessa associazione.

Domenica 24, infatti, le socie hanno effettuato una visita tecnica alla nostra azienda Gullino per conoscere da vicino metodi produttivi, colture e tecnologie utilizzate per la produzione di kiwi, mele, susine, mirtilli.

L’assemblea nazionale è stata l’occasione per far incontrare donne imprenditrici provenienti da tutta Italia, farle parlare e discutere della realtà del settore e dei prossimi passi associativi.

Intervista a Carola Gullino, donna, imprenditrice, mamma. Coniugare 3 ruoli, oggi, è semplice?

Nel giorno della festa internazionale della donna abbiamo voluto dare la parola a Carola Gullino, amministratore delegato dell’azienda di famiglia, vicepresidente dell’associazione nazionale Le Donne dell’Ortofrutta, mamma, moglie, figlia e donna. Quante cosa si nascono in una persona sola. Ma come fanno le donne oggi ad essere multitasking? Come è possibile che non perdano mai il bandolo della matassa? Lo abbiamo chiesto a Carola per celebrare con lei le donne, ma anche per aprire un focus sulle necessità che questo ruolo di genere, oggi, richiede.

Ciao Carola, oggi siamo qui con te in quanto vicepresidente dell’Associazione Nazionale Le Donne dell’Ortofrutta. L’Associazione, di recente, ha pubblicato un’interessante indagine per tracciare l’identikit delle socie, tutte donne ed imprenditrici. Ciò che emerge è che le donne del settore, pur lavorando tanto e quanto gli uomini, si ritrovano ancora una volta a trainare altri sistemi sociali come quello famigliare. Ma dove trovano il tempo, le donne, per fare tutto questo?

Sicuramente noi donne siamo multitasking e riusciamo a gestire più cose insieme. Basti pensare all’organizzazione della vita famigliare. Ricordarsi appuntamenti sportivi, compiti, spesa e cosa preparare per cena sono un’ottima esercitazione per organizzare anche la propria vita lavorativa. Abbiamo imparato ad ottimizzare i tempi, a capire quali sono le priorità . Questo non vuol dire che siamo perfette e che ogni tanto, o anche spesso, qualcosa sfugga al nostro controllo. Credo che il vero segreto per riuscire a convogliare i vari impegni, famigliari e lavorativi, sia quello di non essere troppo rigidi con se stessi, accettare di lasciar andare qualcosa ogni tanto, chiedere aiuto e sostegno alle persone che ci sono più vicine. Credo che un ruolo importante lo abbiano anche i papà di oggi. La genitorialità deve essere condivisa. In casa non deve fare tutto la mamma, ma anche il papà. I compiti  vanno divisi perché non può pesare sempre tutto sulle spalle delle donne.

Qual è la tua giornata tipo come donna, imprenditrice e mamma?

La mia giornata tipo è piuttosto movimentata! Ho tre bimbi di età diverse quindi con esigenze diverse. Uno frequenta le medie, uno le elementari e il piccolo l’asilo. Dopo aver posato tutti posso dedicarmi al mio “secondo“ lavoro. Vado in ufficio e passo lì la mattinata. Il mio lavoro lo conoscete quindi sapete che non ci si annoia mai! Ci sono giorni più tranquilli e altri più movimentati… spesso ci sono “problemi da risolvere” o imprevisti dell’ultimo minuto . All’ora di pranzo recupero i miei ragazzi che per fortuna si accontentano di un pranzo frugale! Il pomeriggio “combatto” per far fare i compiti a tutti… alcuni pomeriggi torno in ufficio e altri  lavoro da casa (quando non un aiuto con i ragazzi). Ormai con gli smartphone non si ha un attimo di tregua, tra whatsapp che è diventato anche un mezzo di lavoro e le email. Sono anche un’ottima autista e cerco di fare del mio meglio come cuoca! Mi piace il mio lavoro e cerco di farlo con passione, ma mi piace anche stare con i miei figli e occuparmi di loro. Non voglio demandare ad altri la loro educazione e non voglio perdermi dei momenti insieme a loro adesso che sono ancora piccoli. Il tempo passa in fretta. Tra pochi anni quando avrò il “nido“ vuoto avrò tempo per dedicarmi ancora di più al lavoro. Ma adesso con qualche sacrificio cerco di fare entrambe le cose al meglio. E tutte le donne che lavorano sono la prova che è possibile sentirsi realizzati nel proprio lavoro e non per questo non essere presenti all’interno della famiglia. Siamo donne! Siamo forti e non ci ferma nessuno!

La frutta e i suoi km per nutrire l’uomo

Quanto è veloce export nel settore ortofrutticolo? Molto, se pensiamo che viene trasportata della materia prima soggetta a deperimento e forse anche per questa eccellenza nell’organizzazione e gestione dell’export l’Europa si conferma in costante crescita. Gli ultimi dati parlano del +7% dell’export di frutta nel 2021.

Per Gullino, leader italiana per l’export di frutta fresca di qualità, il trend resta lo stesso. Abbiamo conosciuto Daniela Barra, commercial employee dell’azienda di Giovanni e Carola, con la quale ora ci è tutto più chiaro.

Daniela quali sono le questioni doganali più delicate per Gullino?

Gullino è un’azienda che esporta buona parte della merce che produce, per cui le procedure doganali sono complesse e al contempo avvincenti. Ogni Stato doganale che riceve la merce ha delle proceduta un po’ a sé. Ci sono delle certificazioni speciali a seconda di dove andiamo come destinazione finale. Per cui non c’è nulla di davvero “delicato” ma certamente occuparsi dell’export di un’azienda vuol dire entrare in un’altra ottica e visione del commercio”.

Quali sono i Paesi verso i quali è più difficile esportare?

“India e Cina sono due Paesi molto complessi da un punto di vista documentale perché richiedono delle procedure particolari ed alle volte anche da un tipo di prodotto all’altro cambiano le cose; ad esempio la pesca o la susina rispetto alla mela o ad un kiwi hanno delle normative differenti”

La Russia, che ha prorogato l’embargo per tutto il 2022, che impatto sta avendo?

“L’embargo della Russia ha significato per l’Italia un problema decisamente importante perché la Russia è un territorio molto esteso e quindi improvvisamente ha deciso di non voler più la nostra frutta. Ci si è trovati, ad inizio 2021, con un’eccedenza di prodotto da dover destinare in altri Paesi. Ora riusciamo ad esportare, però, in Lettonia, Lituania, Estonia ecc…”

Ma qual è la caratteristica che bisogna avere per occuparsi di import export dei prodotti della terra?

“Bisogna essere un attimino più dinamici ed avere la capacità di poter interloquire con più operatori e Paesi perché c’è chi si occupa del ricevimento della merce, chi si occupa del confezionamento, chi degli ordini. Alla fine è necessario mettere insieme tutte queste informazioni per arrivare ad avere un percorso ben definito , sapendo dove si va a concludere l’operazione della vendita vera e propria”

Due modi di fare le cose per bene. Bio e residuo zero.

Gullino da anni è impegnata attivamente in un processo di riduzione del proprio impatto ambientale sul territorio e lo fa sia preservando le emissioni dannose in atmosfera che coltivando la propria frutta con metodi green. 

L’azienda opera da protagonista nel mercato dell’ortofrutta biologica perchè ha scelto di aderire a pieno ai 4 principi dell’agricoltura biologica: benessere, ecologia, equità e precauzione. 

In Piemonte e nel Lazio, in terre generose e fertili, Gullino produce kiwi e mele biologiche seguendo pedissequamente tutti i passaggi del disciplinare. Dalla coltivazione alla lavorazione, la frutta bio viene trattata esclusivamente con sostanze di origine naturale e minerale escludendo rigorosamente l’uso di fertilizzanti, fitofarmaci, diserbanti, prodotti medicinali e conservanti chimici di sintesi. 

“Le tecniche dell’agricoltura biologica rispettano l’ambiente e i suoi equilibri, e se la terra con noi è stata generosa sin dal primo momento consentendoci la coltivazione dei frutti che commercializziamo, noi non possiamo essere da meno con lei. Limitiamo, infatti, l’inquinamento atmosferico e delle acque, evitiamo lo sfruttamento eccessivo delle risorse naturali e l’erosione del suolo, scongiuriamo l’estinzione di organismi utili, preserviamo la biodiversità nell’ambiente” (Carola Gullino, ammistratore delegato).

Grazie a questo investimento nel biologico dal 2019 i frutti Gullino vengono distribuiti dalla filiera Almaverde Bio, una società consortile che associa 10 imprese dell’agroalimentare italiano con una comprovata esperienza nel settore biologico.

Oltre alle produzioni biologiche Gullino preserva le proprie mele anche con produzioni a residuo zero, sospendendo i trattamenti chimici sulle piante molto prima della raccolta in modo tale che sulle mele che arrivano a tavola non vi sia, appunto, nessun residuo. 

 

L’azienda garantisce, tramite il proprio sistema di qualità, una totale tracciabilità delle materie prime e un attento controllo qualità all’ingresso e all’uscita dei propri magazzini di condizionamento. Il rapporto con i produttori prevede frequenti visite sul campo, per trasmettere agli agricoltori tutte le informazioni e le competenze necessarie per uniformare prodotti e servizi alle più diversificate richieste dei clienti e ai più alti standard qualitativi che il comparto biologico richiede.

Gullino, inoltre, si avvale di laboratori di analisi riconosciuti a livello europeo ed effettua prelievi ed analisi a campione sulle principali partite per garantire una qualità totale al cliente finale.

 

Gullino save the planet! 

 

Raccogliere i frutti. I volti dietro una storia di famiglia

Questo mese nell’ambito della campagna “Gullino Loves People” vi parliamo di come sono stati “raccolti i frutti” in azienda.

I frutti sono la metafora di tutte le cose sane e genuine che riusciamo a mettere nel mondo ed anche in Gullino questo processo virtuoso di “semina” è avvenuto con successo. Papà Attilio, infatti, è riuscito a trasmettere la passione per il settore ortofrutticolo ai suoi figli, Carola e Giovanni, i quali oggi sono il vero motore propulsivo dell’azienda cuneese.

In questa videointervista Carola, direttrice generale ed amministratrice delegata dell’azienda, ci racconta quando ha deciso di intraprendere questo percorso e perché.

Non è scontato raccogliere le redini dell’azienda di famiglia. Per farlo (e farlo con vero successo) è necessario che vi sia passione e voglia di innovare, quella che Carola da anni mette in circolo. E’ riuscita a fare dell’ortofrutta un mestiere “bello” e “femminile”, impegnandosi nel posizionamento dell’immagine aziendale sia attraverso attività di marketing che con la sua partecipazione alla fondazione dell’Associazione Nazionale Donne dell’Ortofrutta, di cui oggi è vicepresidente.

Cosa si aspetta dalla sua azienda nel futuro? Quali frutti raccoglieranno le prossime generazioni? Ce lo racconta in questa videointervista. 

 

L’Associazione Nazionale Le Donne dell’Ortofrutta rinnova il CDA

Nel suo terzo compleanno l’Associazione Nazionale Le Donne dell’Ortofrutta rinnova il CDA, confermando Alessandra Ravaioli alla presidenza e inaugurando un nuovo corso che avrà tra i principali obiettivi l’ampliamento della base sociale attraverso il rafforzamento della presenza sul territorio nazionale e delle collaborazioni con altre organizzazioni al femminile. Per noi di Gullino è una notizia particolarmente gioiosa in quanto il nostro amministratore delegato, Carola Gullino, prenderà parte al CDA dell’associazione e ricoprirà il ruolo di vicepresidente. Insieme a lei è riconfermata Serena Pittella.

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Saluzzo con le Terre del Monviso candidata a Capitale italiana della cultura 2024

La notizia è recente e stimola ancora di più a visitare la nostra meravigliosa terra alla prima occasione disponibile. Saluzzo, con le Terre del Monviso, è la prima città alpina candidata a Capitale Italiana della Cultura 2024.

La candidatura di Saluzzo nasce da lontano ed è la prosecuzione di un percorso avviato da tempo con il progetto Terres Monviso, che ha creato una rete di 68 comuni su un territorio di 2.600 kmq e quasi 136mila abitanti, e VéloViso, che ha unito le valli italiane e francesi del Monviso attraverso la valorizzazione dell’offerta cicloturistica. Cinque anni dopo, Saluzzo punta ad un ancora più ampio rilancio e coinvolgimento del territorio che ha già ricevuto il sostegno delle istituzioni, delle associazioni e dell’intero Piemonte.

Ogni euro investito in cultura ne genera cinque! Ci serve tempo, infine, perché la nostra visione di cultura è ampia, non solo arte ed eventi culturali in senso stretto, ma cultura dei territori: tradizione, ambiente, storia, paesaggio, lingua e perfino religione

 

Sono queste le parole di Mauro Calderoni, sindaco della città di Saluzzo che si prepara ad una sfida davvero avvincente, che potrebbe cambiare per sempre il suo destino facendola passare da città poco conosciuta a territorio di cultura e sapienza, da visitare , gustare, guardare e respirare.

Si, perché il territorio delle valli del Monviso è ricco di proposte non solo culturali, storico-artistiche ma anche di sapori genuini e riscoperte di antiche coltivazioni.

All’indomani del lockdown, le potenzialità dei piccoli borghi sono state evidenziate da sociologi, urbanisti ed economisti, ma nell’immaginario collettivo la montagna non è ancora considerata un luogo da abitare. Nel 2030, secondo il World Urbanization Prospects 2018 delle Nazioni Unite, il 60% della popolazione mondiale si concentrerà nelle città.

L’annuncio della candidatura, prima ancora della presentazione ufficiale, è stato subito accolto con entusiasmo dal territorio.

C’è più di una ragione per cui appare assolutamente coerente, appropriata e giusta la candidatura di Saluzzo con le Terre del Monviso a Capitale Italiana della Cultura 2024. L’assessorato alla Cultura della Regione Piemonte è a disposizione fin da ora per sostenere questa impresa. Conosciamo l’audacia dei piemontesi e sono convinta che riusciremo, anche questa volta, a fare un buon lavoro, dimostrandoci all’altezza del nostro glorioso passato (Vittoria Poggio, assessore alla Cultura della Regione Piemonte)

I prossimi passi saranno l’organizzazione di una call nazionale per under 28 e un meeting per sviluppare e approfondire, con tutti gli attori in campo, i contenuti del dossier.

#saluzzomonviso2024

Le proposte al femminile per il mondo ortofrutticolo

La presenza femminile nei settori portanti dell’economia diventa una condizione imprescindibile, come ampiamente documentato da numerose ricerche. Secondo i dati del Global Gender Gap Report 2020 del World Economic Forum ci vorranno, a livello globale, 257 anni per raggiungere la parità nell’accesso alla partecipazione economica delle donne e l’Italia oggi si colloca al 76° posto su 153 paesi per la parità economica di genere.

Ma ci sono anche notizie positive: le donne italiane sono al primo posto nella classifica mondiale per livello di formazione, anche se più le donne studiano, più aumenta il divario con gli uomini in termini salariali.

Il Covid poi ha peggiorato la situazione, portando ad una perdita, secondo i dati Istat di giugno 2020, del -2,9% dell’occupazione femminile contro il -1,6% degli uomini.

Sul fronte agricolo la situazione non cambia, anche se si registra una crescita delle aziende condotte da donne, che rappresentano il 22% del totale con dato ancora in crescita.

Da questa premessa nasce il bisogno di cambiamento, espresso da Alessandra Ravaioli dell’Associazione Nazione Donne dell’Ortofrutta, nella sua relazione introduttiva al Cibus 2020 di Bologna. Un cambiamento che parte dal linguaggio, dalle parole che stanno alla base dell’essenza dell’uomo.

La nostra Associazione – dichiara Ravaioli – svolge per statuto attività di valorizzazione dell’intera filiera ortofrutta in grado anche di evidenziare il ruolo femminile nel settore. Abbiamo messo a punto le linee guida di un progetto di comunicazione coinvolgente e inclusivo, che parte proprio dalle parole. Un vero e proprio alfabeto, che va a identificare i valori dei prodotti e dei produttori. Ognuno di noi, addetto ai lavori o meno, attribuisce valenze e ruoli diversi all’ortofrutta e quindi le parole chiave sono tante ed è interessante condividerne la diversità. Se parliamo di prezzo, per esempio, nel nostro alfabeto diciamo “Prezzo Giusto”, che è quello che riconosce un futuro ai produttori. Se parliamo di Distribuzione la chiamiamo “Distribuzione Equa”, pensando all’equità sociale ed ambientale che assume un ruolo sempre più importante anche per la Distribuzione Moderna. P

enso – conclude Alessandra Ravaioli – che sia è venuto il momento di tenere unita tutta la filiera, dalla produzione alla distribuzione per una giusta valorizzazione dei prodotti e che il peso delle scelte di equità e sostenibilità debba essere distribuito e condiviso tra tutti, portando valore per tutti, comprese le donne.”

Il Progetto di comunicazione delle Donne dell’Ortofrutta partirà nei primi mesi del 2021 e coinvolgerà l’intera Associazione, oltre che stakeholders e istituzioni nazionali e locali.

Per aderire all’associazione inviare una mail a: ledonnedellortofrutta@gmail.com

Un vero boom in Piemonte di mele bio

Su 225mila tonnellate, 40mila sono biologiche. Carola Gullino: “E’ la consapevolezza del consumatore che ha fatto crescere i consumi”

Per il 2020 l’Italia stima una produzione di mele biologiche pari a circa 178mila tonnellate su un volume totale di quasi 2,1 milioni di tonnellate. L’anno scorso, con una produzione totale sugli stessi livelli, le mele bio erano 155mila tonnellate. Nell’ultimo anno, quindi l’incidenza delle mele bio sul totale è passato dal 7,4% a quasi un punto percentuale in più.
Regione produttrice leader è l’Alto Adige con 68.638 ton ma decisamente in crescita è il Piemonte con più di 40mila ton di mele bio su una produzione totale di 225mila tonnellate. L’anno scorso su una produzione totale che sfiorava le 200mila ton, la produzione biologica non arrivava a 30mila, quindi possiamo parlare per il Piemonte di una vera esplosione bio (dati Assomela e Cso Italy).

La vocazione bio di Gullino

“È dalla fine degli anni ’90 che ci dedichiamo alla produzione di frutta certificata da agricoltura biologica, sia in Piemonte che nel Lazio – dice Maria Carola Gullino, amministratore della società Gullino srl di Saluzzo (Cuneo) – Oggi ne produciamo circa 10mila tonnellate, di cui il 60% è composto da mele. Il rimanente 40% è suddiviso tra kiwi e drupacee”.

“Grazie all’areale in cui produciamo, riusciamo ad avere elevati standard qualitativi, difficilmente avvicinabili da altri Paesi. La crescita del mercato bio è appena iniziata e ci saranno delle opportunità commerciali importanti nel futuro prossimo. C’è interesse crescente da parte del consumatore che vuole essere sicuro di quello che mangia e vuole verificare la certificazione e la tracciabilità del prodotto. Solo se si eseguono le pratiche agricole biologiche e biodinamiche si può avere un prodotto libero da qualsiasi molecola di sintesi e l’ente certificatore fa sì che questo sia garantito ai consumatori. Consumatori che vogliono sempre più sapere cosa mangiano. E’ la consapevolezza che ha fatto crescere i consumi”.

Con la situazione sanitaria mondiale incerta e in evoluzione, bisogna navigare a vista. “Siamo dell’idea che bisogna vendere e lavorare il più possibile – osserva Gullino – Siamo pronti a qualsiasi scenario ma, anche se la situazione dovesse peggiorare, non dovrebbe esserci una diminuzione dei consumi. Potrebbero esserci, invece, maggiori costi da imputare ai trasporti e al confezionamento, ma comunque gestibili”.

Quest’anno la produzione di mele dell’azienda Gullino si attesta intorno alle 22mila tonnellate, delle quali il 40% biologiche. La merce arriva esclusivamente da produttori piemontesi, la metà dalle aziende agricole di proprietà. “Spediamo in Regno Unito, Italia, Belgio, Ungheria, Repubblica Ceca, Olanda e Germania. Esportiamo il 70% della produzione bio; sicuramente i più attenti al prodotto biologici sono i paesi del nord Europa”, commenta Maria Carola Gullino che aggiunge: “A livello commerciale ci possiamo ritenere soddisfatti per le vendite del primo trimestre, nonostante un mercato partito in sordina, soprattutto per il prodotto convenzionale, nel mese di settembre la richiesta è andata a incrementare soprattutto sulla mela estiva. Per quanto riguarda il convenzionale, il nord Africa, in particolare l’Egitto, ha registrato volumi importanti rispetto alle altre annate; lo stesso per il Regno Unito, ma sul prodotto bio, complice anche la scarsa offerta per certe pezzature”.
Intanto, il biologico trova sempre più spazio per un prodotto con specifiche qualitative alte, come grado zuccherino e durezza della polpa, standard selettivi che permettono di mantenere un prezzo interessante. Sul fronte del packaging, infine, Gullino sta introducendo il vassoio senza plastica, come richiesto da alcuni clienti.

 

Fonte: https://www.myfruit.it/biologico/2020/11/mele-bio-e-boom-in-piemonte.html

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