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Sostenibilità agricola: innovazione e cura del territorio

Intervista a Bruno Sacchi: dalle Energie rinnovabili all’agricoltura Simbiotica, una visione circolare per l’ambiente

Nel cuore del territorio del Monviso, Joinfruit rappresenta un modello di innovazione agricola e sostenibilità ambientale. Bruno Sacchi, guida dell’azienda, ci racconta come la forte identità territoriale si sposi perfettamente con una missione volta a ridurre l’impatto ecologico. Joinfruit, infatti, non si limita a produrre frutta e verdura di alta qualità, ma si impegna a rispettare e proteggere la terra con dedizione e rispetto. Ogni azione è concepita in un’ottica circolare, per restituire valore alla comunità e alle risorse naturali.

Joinfruit ha una forte identità territoriale e un legame profondo con il territorio del Monviso. Come riuscite a coniugare questa identità locale con la vostra missione di sostenibilità ambientale?


La sostenibilità ambientale è uno dei punti chiave della politica aziendale di Joinfruit: ce ne occupiamo nel nostro territorio così come in qualsiasi altra regione d’Italia dove operano le nostre aziende socie. È chiaro che visto il forte legame con il territorio del Monviso, prestare attenzione all’impatto ambientale e all’impronta ecologica delle nostre attività locali, viene in qualche modo ancora più naturale, è nel nostro DNA. In termini più generali, come agricoltori ci consideriamo custodi della terra: la nostra missione non è solo lavorare la terra per produrre frutta e verdura fresca, genuina e dalle eccellenti caratteristiche qualitative e nutrizionali, ma prendercene cura con rispetto e dedizione. Ogni nostra azione è caratterizzata dal forte impegno verso la sostenibilità ambientale ed è pensata in un’ottica circolare, perché desideriamo restituire valore alla terra che ci ospita e alla comunità a cui apparteniamo. In questa cornice, cerchiamo di portare innovazione in agricoltura, che per noi significa non solo offrire soluzioni più efficaci ai nostri produttori e assicurare qualità e soddisfazione ai consumatori e ai nostri partner commerciali, ma anche ottimizzare l’uso delle risorse e salvaguardare quel patrimonio inestimabile che ci nutre e che è la Terra.

Uno degli aspetti chiave della vostra strategia di sostenibilità è l’uso di energie rinnovabili, come gli impianti fotovoltaici e le luci a LED. Quali sono stati i principali benefici di queste scelte, sia in termini ambientali che economici?


Le nostre scelte sono sempre fatte nell’ottica di raggiungere questi obiettivi ambientali ed economici contemporaneamente, perché la sostenibilità ambientale deve andare a braccetto con quelle economica. Nello specifico l’adozione della illuminazione led nei nostri impianti produttivi ha permesso una drastica riduzione dei consumi energetici che hanno centrato contemporaneamente sia l’obiettivo del risparmio economico che quello della riduzione della carbon food print relativa all’illuminazione. Stesso discorso vale per l’utilizzo sempre maggiore di energia rinnovabile da impianti fotovoltaici e in questo caso abbiamo cercato di agire anche sull’organizzazione del lavoro per massimizzare il consumo energetico nelle ore di produzione dell’impianto stesso.

L’ottimizzazione dell’uso dell’acqua è cruciale per un’agricoltura sostenibile. Puòi raccontarci di più sul vostro progetto sperimentale di irrigazione intelligente e sulle tecnologie che state implementando per il risparmio idrico?

Nelle prossime settimane verrà installato il primo impianto pilota di questa start up che cambia profondamente il sistema di gestione delle acque di irrigazione. Gli attuali impianti utilizzano centraline che regolano l’irrigazione in base a tabelle orarie, mentre questa tecnologia che sperimenteremo utilizza centraline intelligenti che comandano l’irrigazione sulla base delle informazioni ricevute dal software che elaborando le immagini satellitari ricevute giornalmente leggono l’evaporazione dell’appezzamento in questione e conseguentemente regolano l’acqua necessaria a ripristinare il grado di umidità predefinito. 


Ci dice di più sul progetto di Agricoltura Simbiotica, che si basa sull’interazione benefica tra piante e microrganismi del suolo. Quali sono i risultati ottenuti finora e quali benefici vi aspettate da questa innovativa pratica agricola?

Il nostro progetto di ricerca di Agricoltura Simbiotica nasce nel 2022, come prima esperienza di attivazione del disciplinare di Agricoltura Simbiotica da parte di una OP. È stato realizzato in collaborazione con il gruppo di ricerca in interazioni piante-microrganismi presso il Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi dell’Università di Torino, è stato avviato nell’ambito del Programma Operativo 2021-2023 ed è tutt’ora in corso. Quindi, siamo partiti dall’implementazione del disciplinare di Agricoltura Simbiotica (creato e sviluppato da Sergio Capaldo, fondatore de La Granda e del consorzio eco-simbiotico Società Consortile Ecosì) per poi andare oltre, esplorando le fondamenta della simbiosi tra piante e microrganismi del terreno. Il suolo è una matrice estremamente complessa, che racchiude un’enorme diversità microbica. È stato ampiamente dimostrato che le comunità microbiche della rizosfera (la porzione del suolo a stretto contatto con la radice) contribuiscono alla difesa delle piante dagli stress, migliorando l’acquisizione di nutrienti e acqua e influenzando la resa e la qualità del raccolto. Tuttavia, anche i microrganismi della rizosfera risentono dei cambiamenti ambientali, e sono influenzati negativamente dall’impiego di pratiche agronomiche impattanti, quali l’utilizzo eccessivo di fertilizzanti e prodotti fitosanitari. Siamo fermamente convinti che la sostenibilità ambientale in agricoltura non possa prescindere da un suolo sano, che oltre a favorire la produzione agricola nel lungo termine, è in grado di mantenere un ciclo equilibrato dei nutrienti essenziali per preservare l’equilibrio ecologico e minimizzare l’uso di fertilizzanti chimici, garantisce una buona capacità di assorbimento dell’acqua riducendo il rischio di erosione e migliorando la gestione delle risorse idriche e preserva la biodiversità. In questa cornice, la ricerca sull’Agricoltura Simbiotica riveste per noi una grande importanza: nel 2023-2024 la ricerca si è focalizzata sulle piante di mirtillo, una coltura rappresentativa della frutticultura cuneese: la biodiversità associata alle radici della pianta del mirtillo è stata analizzata in profondità, mappando un totale di 450000 differenti microrganismi tra funghi e batteri, e confermando la presenza tra questi di specie già note per la loro capacità di promuovere la salute del mirtillo. Lo scopo finale di queste attività, è quello di arrivare alla formulazione di biostimolanti a base microbica specifici per la coltura di mirtillo, ed eventualmente di commercializzare piantine già fornite di un biota microbico benefico al momento dell’impianto in campo.Come Organizzazione di Produttori, abbiamo l’obiettivo di testimoniare il carattere di migliore sostenibilità ambientale di questo sistema produttivo per gli alberi da frutta, con il fine ultimo di mettere a terra i risultati ottenuti con azione organizzata e strategica sulle aziende socie, così da far beneficiare i nostri produttori del lavoro fatto.


Il packaging sostenibile è un altro pilastro della vostra strategia aziendale. Potrebbe spiegarci come siete riusciti a ridurre l’uso di plastica non riciclabile e quali soluzioni eco-compatibili avete adottato per il confezionamento dei vostri prodotti?
Per quanto riguarda gli alveoli, utilizziamo esclusivamente polpa di legno, un materiale completamente biodegradabile e riciclabile. Questo ci permette di minimizzare l’impatto ambientale e di offrire una soluzione sostenibile per il confezionamento. I cestini che utilizziamo per i piccoli frutti contengono una percentuale di PLT con meno del 30% di impatto ambientale. Inoltre, abbiamo sviluppato dei cestini di carta per i piccoli frutti, che sono rivestiti con un film fatto in fibra di mais, rendendo così il packaging completamente biodegradabile. Un’altra tecnica che stiamo implementando per ridurre ulteriormente l’uso della plastica è la termosaldatura. Questa tecnica viene già utilizzata su diversi formati di confezionamento e abbiamo in programma di ampliarne l’uso in futuro.
Infine, anche i bollini che applichiamo sui prodotti, su richiesta del cliente, sono realizzati in carta e sono completamente riciclabili. Questo ci permette di offrire soluzioni di packaging sostenibili su tutta la linea, contribuendo a ridurre l’impatto ambientale complessivo dei nostri prodotti.

Saremo davvero ciò che mangeremo?

Apriamo questo nuovo anno con una domanda che ci poniamo da un po’, e che vorremmo far circolare nuovamente. Saremo ciò che mangeremo? E come mangeremo?

Evidentemente il modo in cui ci nutriamo influenza moltissimo l’ecosistema del quale facciamo parte. Nelle nostre vite, così estremamente indaffarate, non ci rimane molto tempo per noi stessi. Nemmeno il tempo per pensare a come nutrire il nostro corpo in modo corretto, per mantenerlo sano da un punto di vista psicofisico. Non c’è neanche la consapevolezza di quanto il cibo possa influire sulla salute e sull’umore. Crediamo di essere noi a scegliere, e invece tante delle nostre scelte sono inconsapevoli e automatiche, frutto dei condizionamenti appresi dalla cultura.

Eppure il cibo ha delle ricadute fortissime non solo sul nostro umore e sul modo in cui ci poniamo nel mondo ma impatta sensibilmente anche sull’etica che costruisce l’universo in cui viviamo.

Le implicazioni delle nostre scelte alimentari sono di vasta portata. Etica ed ecosostenibilità del cibo che mangiamo sono argomenti molto dibattuti da diversi anni a questa parte.

I “valori etici” più diffusi riguardano:

Confezionamento dei kiwi
  • le pratiche di agricoltura più sostenibili: dal prodotto di stagione/locale, che non sfrutta i lunghi trasporti o le coltivazioni nelle serre, al prodotto che arriva sulle nostre tavole nel rispetto dei lavoratori agricoli che lo raccolgono;
  • le pratiche di allevamento non intensivo e che non comportino sofferenza degli animali destinati alla produzione di carne: qui si distinguono filosofie secondo cui è totalmente sbagliato uccidere un altro essere vivente (del mondo animale) a scopo nutritivo, e filosofie secondo cui fa parte della natura umana procacciarsi cibo animale purchè sia nel rispetto della specie vivente. Il vegetariano/vegano non ammette carne animale, il consumatore attento seleziona animali allevati all’aperto, alimentati con foraggi freschi e il cui ciclo vitale è stato correttamente rispettato;
  • l’impatto di allevamenti e coltivazioni sui cambiamenti climatici;
  • lo spreco di cibo nei paesi più ricchi, a discapito di intere popolazioni affamate del terzo mondo;
  • l’impatto dei cibi industriali sulla salute umana: dallo scarso valore nutritivo dei prodotti confezionati, all’utilizzo di sostanze chimiche per la conservazione, la colorazione e l’esaltazione dei sapori.

Al centro restano sempre la salute e l’ecosostenibilità. Infatti a prescindere da quale sia la posizione etica che ispira chi fa delle precise scelte alimentari, il perseguimento del benessere e della sostenibilità ambientale sono i due punti fermi che accomunano tutti coloro che hanno scelto di essere ciò che stanno mangiando sin da oggi.

Noi di Gullino produciamo con metodo biologico e a residuo zero perché ci ispiriamo fortemente a tutte le etiche che muovono la costruzione di un futuro migliore, più sano ed equilibrato, nel rispetto di ogni specie animale e vegetale e per amore del nostro consumatore finale.

Gullino loves people.

ARRIVA IL MIRTILLO DEL MONVISO. GULLINO LANCIA UNA NUOVA COLTURA.

Gullino si affaccia all’estate con una grandissima novità che amplia le varietà di frutti prodotti. Da quest’anno, infatti, oltre alle mele, ai kiwi, alle susine e alle pesche l’azienda produrrà anche i mirtilli, piccole bacche dalle proprietà eccezionali. 

Quando Gullino sceglie una nuova coltura lo fa per motivi non solo commerciali ma anche di potenziale eccellenza del prodotto finale che sarà distribuito sui mercati. E’ per questo che l’azienda, attiva dal 1969 sotto la guida di Attilio Gullino e dei suoi figli ed attuali amministratori delegati, Carola e Giovanni, ha scelto di accogliere nei propri terreni questo piccolo frutto dalle molteplici proprietà benefiche e dai tanti utilizzi. 

Il clima continentale ma temperato delle terre del Monviso, la protezione garantita dalla cerchia alpina e il sole che accarezza le terre del saluzzese fanno si che il mirtillo cresca indisturbato e si distingua per un sapore ed un aroma unico. 

Le proprietà e gli usi di questo piccolo ma sfizioso frutto di bosco sono davvero svariate e nonostante le bacche dalle piccole dimensioni, sono tante le sostanze benefiche contenute. I flavonoidi garantiscono un formidabile effetto antivirale, antiossidante ed antinfiammatorio ed in modo particolare gli antociani sono i perfetti alleati contro l’invecchiamento cellulare. Tannini, vitamine ed antociani conferiscono ai vasi sanguigni una particolare elasticità permettendo di combattere insufficienza venosa e fragilità capillare. Non a caso, infatti, i mirtilli sono molto utilizzati in cosmesi per uso topico, attraverso creme e gel. Queste piccole bacche sono considerate anche molto preziose per la vista, specie quella notturna che sembrerebbe attivata dalle vitamine contenute nel frutto. Le stesse vitamine giocano a favore di capacità cognitive e memoria. In omeopatia ed erboristeria la tintura madre di mirtilli è ideale per il trattamento di cistiti, emorroidi e coliti. 

E in cucina? Chi più ne ha più ne metta. Il mirtillo è molto utilizzato fresco per guarnire torte, gelati o yogurt. Lavorato, invece, permette di realizzare delle setose marmellate o dei gustosissimi liquori e succhi di frutta. Se volete provare anche voi, provate questa ricetta.

various-fresh-summer-blueberries

Liquore ai mirtilli. 

Versate 400 ml di alcol (95°) in un contenitore ed unite 400 grammi di mirtilli freschi e lavati. Lasciate macerare in un luogo fresco e buio per 15 giorni e di tanto in tanto agitate il contenitore. Al termine di questo periodo separate i mirtilli macerati dal succo. Mettete una pentola sul fuoco, a fiamma bassa, con 600 ml di acqua e 300 grammi di zucchero che farete sciogliere lentamente e poi raffreddare a temperatura ambiente. A questo punto potete unire il succo di alcol precedentemente separato dai mirtilli al composto di acqua e zucchero. Imbottigliate e gustate questo ottimo digestivo. 

 

Raccogliere i frutti. I volti dietro una storia di famiglia

Questo mese nell’ambito della campagna “Gullino Loves People” vi parliamo di come sono stati “raccolti i frutti” in azienda.

I frutti sono la metafora di tutte le cose sane e genuine che riusciamo a mettere nel mondo ed anche in Gullino questo processo virtuoso di “semina” è avvenuto con successo. Papà Attilio, infatti, è riuscito a trasmettere la passione per il settore ortofrutticolo ai suoi figli, Carola e Giovanni, i quali oggi sono il vero motore propulsivo dell’azienda cuneese.

In questa videointervista Carola, direttrice generale ed amministratrice delegata dell’azienda, ci racconta quando ha deciso di intraprendere questo percorso e perché.

Non è scontato raccogliere le redini dell’azienda di famiglia. Per farlo (e farlo con vero successo) è necessario che vi sia passione e voglia di innovare, quella che Carola da anni mette in circolo. E’ riuscita a fare dell’ortofrutta un mestiere “bello” e “femminile”, impegnandosi nel posizionamento dell’immagine aziendale sia attraverso attività di marketing che con la sua partecipazione alla fondazione dell’Associazione Nazionale Donne dell’Ortofrutta, di cui oggi è vicepresidente.

Cosa si aspetta dalla sua azienda nel futuro? Quali frutti raccoglieranno le prossime generazioni? Ce lo racconta in questa videointervista. 

 

Gullino da il benvenuto al mirtillo.

E’ da un po’ che resistiamo alla voglia di dirvelo ed oggi è il giorno degli annunci!

Le piante sono rigogliose, le bacche in fiore e l’aria salubre del Monviso condisce tutto con un tocco di unicità: stiamo coltivando il mirtillo.

Il mirtillo era un nostro obiettivo da diversi anni perché è una di quelle piante di cui si utilizzano più parti. Si impiegano sia le bacche che le foglie e gli usi spaziano dalla farmaceutica, alla cosmesi, fino ad arrivare al tradizionale settore alimentare.

Various fresh summer berries,blueberries,red currant,top view.Le bacche del mirtillo contengono molti acidi organici, zuccheri, tannini, pectina, vitamine A, B e C. Una proprietà fra tutte è la capacità di questo favoloso frutto di ridurre la permeabilità dei capillari e rafforzare la struttura del tessuto connettivo, migliorandone l’elasticità e il tono. Possiamo considerarlo un frutto della salute.

I nostri mirtilli hanno anche un tocco in più. Crescono alle pendici del Monviso, in una zona dal clima continentale ma temperato grazie alla protezione della cerchia alpina che garantisce un assetto ideale per la crescita di questo frutto, che quindi si distingue per un sapore ed un aroma unico.

E’ così che la nostra terra ci permette di arricchirci di una nuova coltura, rendendo sempre più grande il nostro desiderio di diffondere la frutta italiana, quella sana, buona e genuina.

 

 

Gullino save the planet

L’influenza della sostenibilità nel mondo ortofrutticolo è ancora contenuta e si potrebbe fare di più. E’ questo il punto dal quale siamo partiti, come azienda, per costruire un percorso che ci consentisse di poterci collocare fra le realtà attente alla sostenibilità ambientale. 

Ma veniamo al punto. 

Quando si parla di sostenibilità ambientale si fa riferimento a diversi aspetti. Si può essere attenti al packaging, rendendolo green, alla produzione di energia pulita, per alimentare i processi aziendali, all’uso di pesticidi e alle tecniche produttive. 

Ogni azienda deve assumersi la responsabilità di produrre in modo etico e nel rispetto dell’ecosistema in cui si colloca. 

Oggi più che mai stiamo capendo quanto sia delicato l’equilibrio del nostro pianeta e sarebbe ipocrita attribuire le cause dei disequilibri ecologici solo a cause naturali. 

Noi uomini facciamo sempre la nostra parte e come azienda Gullino abbiamo scelto di dare un contributo attraverso coltivazioni biologiche e a residuo zero e con l’installazione di pannelli fotovoltaici realizzati sui nostri capannoni aziendali. 

Il nostro obiettivo è quello di restituire alla terra ciò che la terra stessa ci dona, permettendoci di fare impresa in modo etico. 

 

Gullino save the planet! 

 

Benvenuto 2021, anno internazionale della frutta e della verdura

Sono di qualunque colore, forma e sfumatura. Sono la frutta e la verdura.

E’ così che si apre lo spot ufficiale dell’ONU che ha dato ufficialmente il via all’anno internazionale della frutta e della verdura, con un appello per migliorare la produzione alimentare rendendola più sana e sostenibile. Il 2021 apre le porte all’innovazione tecnologia in fatto di agricoltura, mirando anche a ridurre gli sprechi alimentari sul pianeta terra.


La frutta e la verdura, infatti, hanno un ruolo fondamentale nella nutrizione umana, per questo è importante promuoverne il consumo.

QU Dongyu, il Direttore Generale della Food and Agriculture Organization of the United Nations ha definito l’iniziativa come segue:

Un’opportunità unica per aumentare la consapevolezza globale.

Nell’attuale crisi sanitaria che stiamo affrontando in tutto il mondo, è particolarmente appropriato promuovere diete sane per rafforzare il nostro sistema immunitario”

QU Dongyu ha osservato che la pandemia COVID-19 ha sfidato le persone a trovare nuovi modi per combattere la fame e la malnutrizione, invitando ad affidarsi alle tecnologie digitali per migliorare la nutrizione e le opportunità di mercato. Oggi più che mai, infatti, è importante riequilibrare il modo in cui il nostro cibo viene prodotto e consumato.

Il senso è proprio che questo sia l’anno buono per migliorare le infrastrutture e le pratiche agricole, sostenendo così anche i piccoli agricoltori.

Frutta e verdura sono buone fonti di fibre alimentari, vitamine e minerali e sostanze fitochimiche benefiche. La FAO e l’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomandano che ogni adulto consumi almeno 400 grammi di frutta e verdura su base giornaliera per prevenire malattie croniche, come cancro, diabete, malattie cardiache e obesità, nonché per contrastare le carenze di micronutrienti.

La riduzione delle perdite e degli sprechi alimentari migliora la sicurezza alimentare e la nutrizione, riduce le emissioni di gas serra, abbassa la pressione sulle risorse idriche e terrestri e può aumentare la produttività e la crescita economica.

Fino al 50% della frutta e della verdura prodotte nei paesi in via di sviluppo si perde nella catena di approvvigionamento tra il raccolto e il consumo.

La promozione dei prodotti freschi è coerente con l’obiettivo di rafforzare il ruolo dei piccoli agricoltori e degli agricoltori familiari e promuove opzioni di mercato più ampie per milioni di famiglie rurali. Anche le opportunità di parità di genere sono degne di nota, poiché le donne spesso svolgono un ruolo di primo piano per le loro famiglie, sia nella produzione che nel consumo di frutta e verdura.

L’Anno internazionale della frutta e della verdura 2021 rientra nel  Decennio di azione delle Nazioni Unite sulla nutrizione (2016-2025)  e nel  Decennio delle Nazioni Unite dell’agricoltura familiare (UNDFF 2019-2028).

Per noi di Gullino, addetti ai lavori, questo 2021 non poteva che cominciare in un modo diverso.

 

L’Associazione Nazionale Le Donne dell’Ortofrutta rinnova il CDA

Nel suo terzo compleanno l’Associazione Nazionale Le Donne dell’Ortofrutta rinnova il CDA, confermando Alessandra Ravaioli alla presidenza e inaugurando un nuovo corso che avrà tra i principali obiettivi l’ampliamento della base sociale attraverso il rafforzamento della presenza sul territorio nazionale e delle collaborazioni con altre organizzazioni al femminile. Per noi di Gullino è una notizia particolarmente gioiosa in quanto il nostro amministratore delegato, Carola Gullino, prenderà parte al CDA dell’associazione e ricoprirà il ruolo di vicepresidente. Insieme a lei è riconfermata Serena Pittella.

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Un’agricoltura sicura e sostenibile. La nostra scelta per lo STANDARD GLOBALG.A.P..

Il mercato odierno richiede determinati standard a garanzia di un’agricoltura sicura e sostenibile. Noi di Gullino abbiamo scelto di aderire alla certificazione GLOBALG.A.P. per dimostrare la sostenibilità e la sicurezza alimentare della nostra azienda.

Il concetto di qualità ha assunto un ruolo considerevole in ambito agricolo e alimentare. A partire dall’inizio degli anni ’90, vicende legate a problemi di qualità e sicurezza degli alimenti sono talvolta divenute vere e proprie emergenze ed hanno inciso sul livello di fiducia dei consumatori nel settore agroalimentare.
Per rispondere alle esigenze di maggiori garanzie circa qualità e sicurezza degli alimenti, nel tempo l’attenzione degli operatori e dei responsabili pubblici e privati dell’assicurazione della qualità si è spostata dal mero controllo del prodotto finito, alla gestione e controllo del processo produttivo e del sistema gestionale aziendale e dell’intera filiera produttiva.

La certificazione GLOBALG.A.P. garantisce una sorta di passaporto per il mercato globale perché attesta la Sicurezza Integrata in Agricoltura.

Grazie allo standard GLOBALG.A.P. riusciamo ad avere numerosi vantaggi, e a garantire massima affidabilità e serietà ai nostri clienti e ai consumatori finali.

Vediamo quali sono questi vantaggi nel dettaglio.

  1. Aggiungiamo valore ai nostri prodotti, alla nostra frutta, rispettando degli standard che sono riconosciuti a livello globale.
  2. Accediamo a nuovi clienti, mercati, fornitori e dettaglianti a livello locale e globale. Infatti la frutta Gullino è disponibile nei mercati europei e trans oceanici.
  3. Riduciamo l’esposizione ai rischi di reputazione in materia di sicurezza alimentare e sicurezza dei prodotti
  4. Aumentiamo l’efficienza della gestione dei processi aziendali e siamo più efficaci nei rapporti con i nostri clienti
  5. Disponiamo di un codice GLOBALG.A.P. (GGN) per una semplice identificazione e tracciabilità a livello interaziendale.

E’ per questo che la frutta Gullino è sicura e garantita.

Saluzzo con le Terre del Monviso candidata a Capitale italiana della cultura 2024

La notizia è recente e stimola ancora di più a visitare la nostra meravigliosa terra alla prima occasione disponibile. Saluzzo, con le Terre del Monviso, è la prima città alpina candidata a Capitale Italiana della Cultura 2024.

La candidatura di Saluzzo nasce da lontano ed è la prosecuzione di un percorso avviato da tempo con il progetto Terres Monviso, che ha creato una rete di 68 comuni su un territorio di 2.600 kmq e quasi 136mila abitanti, e VéloViso, che ha unito le valli italiane e francesi del Monviso attraverso la valorizzazione dell’offerta cicloturistica. Cinque anni dopo, Saluzzo punta ad un ancora più ampio rilancio e coinvolgimento del territorio che ha già ricevuto il sostegno delle istituzioni, delle associazioni e dell’intero Piemonte.

Ogni euro investito in cultura ne genera cinque! Ci serve tempo, infine, perché la nostra visione di cultura è ampia, non solo arte ed eventi culturali in senso stretto, ma cultura dei territori: tradizione, ambiente, storia, paesaggio, lingua e perfino religione

 

Sono queste le parole di Mauro Calderoni, sindaco della città di Saluzzo che si prepara ad una sfida davvero avvincente, che potrebbe cambiare per sempre il suo destino facendola passare da città poco conosciuta a territorio di cultura e sapienza, da visitare , gustare, guardare e respirare.

Si, perché il territorio delle valli del Monviso è ricco di proposte non solo culturali, storico-artistiche ma anche di sapori genuini e riscoperte di antiche coltivazioni.

All’indomani del lockdown, le potenzialità dei piccoli borghi sono state evidenziate da sociologi, urbanisti ed economisti, ma nell’immaginario collettivo la montagna non è ancora considerata un luogo da abitare. Nel 2030, secondo il World Urbanization Prospects 2018 delle Nazioni Unite, il 60% della popolazione mondiale si concentrerà nelle città.

L’annuncio della candidatura, prima ancora della presentazione ufficiale, è stato subito accolto con entusiasmo dal territorio.

C’è più di una ragione per cui appare assolutamente coerente, appropriata e giusta la candidatura di Saluzzo con le Terre del Monviso a Capitale Italiana della Cultura 2024. L’assessorato alla Cultura della Regione Piemonte è a disposizione fin da ora per sostenere questa impresa. Conosciamo l’audacia dei piemontesi e sono convinta che riusciremo, anche questa volta, a fare un buon lavoro, dimostrandoci all’altezza del nostro glorioso passato (Vittoria Poggio, assessore alla Cultura della Regione Piemonte)

I prossimi passi saranno l’organizzazione di una call nazionale per under 28 e un meeting per sviluppare e approfondire, con tutti gli attori in campo, i contenuti del dossier.

#saluzzomonviso2024

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