Ai tempi del coronavirus, nuove opportunità di lavoro nella raccolta dei frutti della terra.

Secondo le stime di Confagricoltura sono 10327 le unità di manodopera stimata per la raccolta e la cura del kiwi, 19018 quelle necessarie alla raccolta delle mele, per non parlare di tutto il comparto ortofrutticolo, del frumento, delle viti e di tutte le colture che, fino ad oggi, hanno visto impiegare manodopera stagionale prevalentemente straniera ma anche italiana. Un settore che rischia di entrare in crisi con l’avvento del corona virus e le restrizioni sulla mobilità, nazionale ed internazionale, per via dell’impossibilità di spostarsi ed accettare un incarico stagionale a 1000 o 5000 chilometri da casa.

E’ ciò che sta accadendo in Italia in queste settimane in cui le prime raccolte ad essere state messe in crisi sono state quelle delle fragole e dell’asparago, ma ben presto arriverà il momento del grano e presto anche delle mele e dei kiwi.

shutterstock_588251621Fra persone in quarantena, altre impossibilitate ad uscire al di fuori del proprio comune di residenza e gli immigrati spesso rientrati nei propri Paesi di origine e che non possono rientrare in Italia per via del blocco della circolazione, rischiano di mancare davvero le braccia.

Al settore servirebbero circa 2000 persone subito e per questo, come spiega il Presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, sono stati chiesti strumenti governativi che facilitino le assunzioni come i voucher, la possibilità di impiegare subito persone che hanno perso il lavoro e i cassintegrati. Il rischio, altrimenti, è di non avere manodopera sufficiente a garantire la fornitura della filiera alimentare italiana.

Come conferma Giansanti:

Nei giorni scorsi avevamo chiesto all’Unione europea di creare una sorta di corridoi per permettere la mobilità di lavoratori agricoli all’interno della Ue. E la Commissione ha appena pubblicato degli orientamenti che vanno in questa direzione. Si tratta, però, di orientamenti, per cui non sono iniziative cogenti. Ma la disponibilità a garantire la libera circolazione dando la priorità a settori essenziali va nella direzione giusta. In Italia la circolare del Ministero dell’Interno ha prorogato fino al 15 giugno i permessi di soggiorno in scadenza tra il 31 gennaio il 15 aprile. E’ un primo passo ma non basta. Bisogna avviare in tempi rapidi l’iter per la definizione di un nuovo decreto flussi che consenta al settore agricolo di impiegare lavoratori non comunitari. E poi bisogna osare di più

Chi raccoglierà i frutti della nostra terra? Si potrà tornare ad un modello di sviluppo dell’agricoltura che vede l’impiego di manodopera in situazioni di necessità? Quella manodopera che da anni si è allontanata dalla terra per rivolgersi ad altri settori ma che oggi potrebbe tornare alle origini, partecipando alla rinascita del nostro Paese e risanando le proprie economie personali? Studenti universitari, cassintegrati, disoccupati che vogliono reinventarsi con uno dei lavori più antichi del mondo, è a voi che rivolgiamo il nostro appello, affinché grano, frutta, verdura ed olio tornino avere il sapore di sempre.

Siamo fiduciosi che questo periodo possa rappresentare anche una grande opportunità per molti uomini e donne che lavorano la terra.

E’ ciò che ci auguriamo anche noi di Gullino, nella speranza di poter continuare a dare vita al flusso produttivo in sicurezza e nel rispetto della dignità del lavoro!

 

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